Un Campionato del mondo incredibile con tanti colpi di scena consente al danese Mads Pedersen di conquistare a sorpresa, ma con pieno merito, la maglia più ambita. Secondo posto amaro per Matteo Trentin, favorito nel terzetto di testa, piantatosi negli ultimi 100 metri.

Cronaca – La rassegna iridata giunge al capolinea con la prova più importante. In mattinata la decisione dell’Uci di modificare il percorso a causa delle avverse condizioni meteo, che hanno caratterizzato l’intera settimana in terra inglese. Tolte due salite nel tratto in linea e riduzione del chilometraggio: 261 km anziché 284,5 in programma. Il circuito di Harrogate, invece, viene incrementato da 7 a 9 giri. Si parte in ritardo di 10 minuti.

Gli specialisti dei GT all’attacco – Ferito nell’orgoglio dopo la fallimentare cronometro di mercoledì, Primoz Roglic è tra i protagonisti della fuga che si sgancia quasi subito. Un tentativo con i vincitori di due dei tre GT del 2019, Roglic (Vuelta) e Carapaz (Giro), e con uno che li ha vinti entrambi in passato, Quintana. Ma ecco la composizione del gruppo di testa: Roglic e Jan Polanc (Slovenia), Richard Carapaz (Equador), Nairo Quintana (Colombia), Alex Howes (USA), Magnus Cort Nielsen (Danimarca), Silvan Dillier (Svizzera), Petr Vakoc (Rep. Ceca), Maciej Bodnar (Polonia), Hugo Houle (Canada) e Jonas Koch (Germania). Cielo sempre coperto e pioggia battente in ogni punto della gara, addirittura in alcuni frangenti si ha l’impressione che i corridori attraversino un guado, tanta è l’acqua sul tracciato.

Caduta di Gilbert – A 125 km dal termine, in un tratto in salita poco prima del primo passaggio sulla linea del traguardo c’è una caduta in cui viene coinvolto anche Philippe Gilbert, uno dei favoriti della vigilia. Il belga sembra intontito, accanto a lui Remco Evenepoel che non ne vuole sapere di lasciare il suo maestro in seno alla Deceuninck in questa sua prima stagione da pro’. Gilbert esorta Evenepoel a proseguire, ma Remco si mette in testa a tirare per riportare in gruppo il campione più anziano. Cominciano a fioccare i ritiri, tra i primi a mettere il piede a terra Rohan Dennis, che mercoledì ha vinto l’oro nella cronometro per il secondo anno consecutivo. L’inseguimento di Evenepoel non sortisce l’effetto sperato, anche perché in testa al gruppo principale tira il Belgio con Van Avermaet, divenuto capitano unico. Una scelta un po’ discutibile; del resto Gilbert e Van Avermaet, pur essendo stati per anni compagni di squadra in seno alla BMC, sono legati da una certa rivalità.

Corsa ad eliminazione: out Gilbert, Evenepoel, Valverde, Ulissi, Bennett – Come era prevedibile, la corsa si rivela ad eliminazione. A poco più di 110 km dal termine la fuga degli undici viene annullata, nel contempo Gilbert ed Evenepoel non riescono a chiudere il buco e poco dopo decidono di abbandonare. Un problema meccanico taglia fuori Diego Ulissi, uno degli uomini più in vista della Nazionale. E anche Alejandro Valverde, campione del mondo uscente, si stacca e abbandona.

A 70 km dalla fine il gruppo conta non più di 80 unità. Non ne fa più parte nemmeno l’irlandese Sam Bennett (plurivittorioso stagionale con 13 acuti). I grandi favoriti della vigilia, Sagan, Van der Poel e Alaphilippe, si preparano alla sfida.

Fase interlocutoria prima del finale – Attacco di Lawson Craddock (USA) e Stefan Kung (Svizzera) ai -66. Un attacco che non impensierisce i favoriti rimasti in gara, che mantengono i due fuggitivi a breve distanza. A 46 km dalla fine sui primi rientra con un’azione portentosa il danese Mads Pedersen, vincitore una settimana fa del G.P. d’Isbergues con un attacco in solitaria. Si stacca Craddock e davanti rimangono Kung e Pedersen. Si muovono gli azzurri con Gianni Moscon, già grande protagonista due anni fa a Bergen e dodici mesi fa a Innsbruck. Prima era uscito l’olandese Mike Teunissen (prima maglia gialla al Tour), che raggiunge Pedersen e Kung poco prima del passaggio, Moscon è vicinissimo, il gruppo anche a 20”.

Ecco Van der Poel, c’è Trentin! – Moscon annulla il gap e rientra ai -40. Mancano 3 tornate al termine e si muove Mathieu Van der Poel! Il fuoriclasse neerlandese allunga in un tratto in salita e solamente Matteo Trentin e Dani Martinez riescono ad accodarsi. Van Avermaet, Sagan e Alaphilippe sono al gancio.

Corsa decisa, è sfida VDP-Trentin, anzi no… – A 31 km dal termine si forma al comando un drappello di cinque: Van der Poel, Trentin, Moscon, Kung e Pedersen. L’impressione è che la gara ha assunto la fisionomia definitiva. Al passaggio dalla linea del traguardo (2 giri al termine) i primi hanno 12” su un terzetto composto da Skujins, Betancur e Gorka Izagirre, il gruppo è già a 24”. Mancano 27,7 km e ormai il verdetto sembra scritto, tanto più che ai -23 il margine è dilagato: 36” i contrattaccanti (verranno ripresi tre km più avanti), 48” quello che resta del gruppo tirato sempre dal Belgio. L’Italia è messa bene, Moscon lavora per Trentin e, nonostante un leggero black out (-19,5) in un tratto in salita, riesce a rientrare.

Ultimo giro e per Van der Poel si spegne la luce – Sempre nel vivo della corsa, bello a vedersi il talento cristallino di MVDP sta rispettando il pronostico. Ma, ai -12,7 km succede qualcosa di incredibile: il tulipano improvvisamente si stacca, cede di schianto e abbandona il sogno iridato! Clamoroso, vittima probabilmente di una crisi di fame non riesce nemmeno a sostenere un ritmo adeguato, si è spenta la luce. A questo punto, Trentin è il favorito. Dietro, si muove Sagan (-4), ma è un’azione dimostrativa, quando ormai il distacco è di oltre 1’15”. Moscon, dopo avere dato tutto, molla negli ultimi 5 km. Tre uomini per tre medaglie.

Trentin illude, Pedersen si prende l’oro! – La corsa si conclude in cima alla rampa del Parlianment street (con punte al 9%, salvo poi spianare al 2-3% verso il traguardo). Pedersen è in testa, poi Trentin in posizione perfetta e un esausto Kung in terza ruota. Parte Trentin ai 200 metri, guadagna, ma poi subisce la rimonta di uno straordinario Pedersen che lo supera a doppia velocità e vince… per distacco! Amarissimo secondo posto per Trentin. Neanche il fatto di essere tornati sul podio dopo 11 lunghi anni (2008: oro di Ballan e argento di Cunego) addolcisce una sconfitta davvero pesante. Un plauso comunque alla Nazionale, che ha corso benissimo e messo Trentin nelle condizioni migliori di giocarsi il mondiale. Moscon chiude al quarto posto; 5° Peter Sagan.  

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.