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di Ettore Ferrari

Le Alpi sconvolgono la classifica del Critérium du Dauphiné e mentre Carlos Verona, unico superstite della fuga, va a cogliere un successo significativo, Primoz Roglic si prende la maglia gialla alla vigilia dell’ultima e decisiva tappa.

Cronaca – Il tappone alpino dirà se Wout Van Aert, dominatore di questa settimana, potrà confermarsi. La settima tappa del Delfinato, da Saint-Chaffrey a Vaujany (134,8 km), è una frazione breve ma intensa con il mitico Col du Galibier in avvio, quindi lunga discesa prima della Croix de Fer, altra salita leggendaria del Tour de France, gran finale con arrivo a Vaujany. La fuga prende sostanza già sulla prima salita, mentre non parte Chris Froome: ennesimo ritiro di questi tre anni assai tribolati che, a questo punto, allontanano l’ipotesi di essere selezionato per il Tour.

WVA si stacca sulla Croix de Fer – La maglia gialla abbandona qualsiasi velleità sulla seconda salita di giornata, mentre davanti scoppia la bagarre e il gruppo al comando si frantuma: restano al comando Carols Verona e Kenny Elissonde.

Verona resta solo – Inizia l’utlima asperità (5,7 km al 7,2%) e, dopo poche centinaia di metri, Carlos Verona stacca Elissonde. Il gruppo è tirato dalla Groupama-Fdj per il proprio capitano David Gaudu (già vincitore di una tappa), ma in posizione di attesa c’è la coppia Jumbo, formata da Vingegaard e Roglic. Ai -5 Verona può gestire un patrimonio di 1’30” sul gruppo degli uomini di classifica, mentre Mattia Cattaneo (secondo alla partenza in classifica) alza bandiera bianca poco dopo il cartello degli ultimi 5 km. Scatto di Ruben Guerreiro (-4), mentre continua lo sterile forcing della Groupama. Ai -3 Jonas Vingegaard innesta il turbo e il gruppo perde molti vagoni. Il ritmo imposto dal danese è veramente forte e alle sue spalle oltre a Ben O’Connor, c’è il compagno Roglic, in posizione di sparo. Oramai davanti è rimasto solo Verona, che vede assottigliarsi il vantaggio: appena 38″ ai -2.

Prima vittoria da in carriera per Verona. Roglic si prende la maglia gialla e fa 110 – Lo sloveno parte deciso a 1700 metri dal traguardo con la sua classica progressione, si avvicina al battistrada, che riesce a tenere quanto basta per aggiudicarsi l’agognata vittoria: primo successo da pro’ a quasi 30 anni! Roglic chiude in seconda posizione, a 13″ dallo spagnolo, e festeggia ugualmente prendendosi lo scettro del primato. Il classe 1989 conquista l’ennesima maglia di leader in una corsa a tappe, 110 per l’esattezza (di cui ben 52 nei Grandi Giri), un ruolino di assoluto prestigio. Jonas Vingegaard completa il dominio della Jumbo giungendo terzo a 25″; seguono O’Connor a 27″ (in crescita l’australiano, l’anno scorso 4° al Tour), Tobias Johannessen (nuovo leader dei giovani) a 39″, Chaves, Gaudu e Meintjes a 40″, Geoghan Hart a 48″, Haig e Caruso, coppia Bahrain-Victorious, a 56″.

Caruso 5° nella Generale – In classifica generale, Roglic ha 44″ sul fido Vingegaard, 1’24” su O’Connor, 1’30” su Geoghan Hart e 1’32” su Damiano Caruso.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.

2 pensiero su “Verona al settimo cielo, Roglic ipoteca la vittoria finale”

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