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di Ettore Ferrari

Due Fenomeni (con la F maiuscola) lo sono sempre stati sin da ragazzi. Ora, si prendono la scena anche nel ciclismo su strada, dopo aver letteralmente dominato il panorama del ciclocross. Wout Van Aert e Mathieu Van der Poel, che Fiandre hanno corso! Una spettacolare fuga a due, con l’intrusione di un altrettanto dirompente Julian Alaphilippe (sfortunato ma anche colpevole nell’incredibile impatto con la moto, che lo ha messo K.O.). Il 2020 ha consacrato definitivamente il fiammingo di Herentals (vi dice niente questa città?) e il tulipano, figlio di Adrie e nipote di Poulidor.

WVA: tanta quantità e qualità – Sicuramente una stagione (o mezza, visto che è partita ad agosto…) piena di vittorie pesanti, ma anche un pizzico di sfortuna e qualche errore nell’ultimo di tre mesi corsi a tutta, che altrimenti avrebbero dato al belga l’appellativo di stagione “alla Merckx”. Sì, non stiamo esagerando, perché il possente ed elegante passista della Jumbo-Visma si è fatto trovare al top della condizione già il 1° agosto alla ripresa delle competizioni. Da lì ha inanellato prestazioni maiuscole. Primo squillo la Strade Bianche: vittoria netta e per distacco, dopo aver stroncato gli avversari di giornata sulle rotte polverose delle colline senesi. Quel giorno, era il 1° agosto, Wout ha preso coscienza di quello che poteva essere (ed è stata) la sua stagione. La replica (su un palcoscenico più prestigioso), dopo essere giunto 3° alla Milano-Torino, è arrivata una settimana dopo alla Milano-Sanremo. Risponde, nella parte finale del Poggio, alla rasoiata di Alaphilippe, poi è concentrato sulla volata a due che conduce e conclude in testa. Prima monumento! Un’emozione incredibile per il fuoriclasse belga, che dopo Roger De Vlaeminck è il primo campione del mondo di ciclocross a vincere una classica monumento. Tanta roba, davvero. La stagione di WVA prosegue in vista del Tour, sulle strade del Delfinato, dove dimostra un’insospettabile autorità sulle salite della corsa in appoggio a Roglic. Cresciuto, e tanto, anche in salita! Vince la prima tappa e indossa la maglia gialla, poi è al servizio di Roglic, che per una caduta non porta a casa la breve corsa a tappe. Prima della Grande Boucle, fa il bis nel campionato nazionale a cronometro. Il Tour di Van Aert è mostruoso. Perché? Perché corre da perfetto apripista del capitano Roglic in salita, rimanendo sempre tra i primissimi fino a pochi chilometri degli arrivi in salita. Qualcuno ipotizza per lui anche un futuro da uomo da GT. In mezzo a tanto lavoro, 2 splendide vittorie di tappa. Il resto è storia delle ultime tre settimane: tre secondi posti pesanti, ma anche amari: Imola lo vede sul podio (unico a riuscirci) sia a cronometro dietro Top Ganna, che in linea. Porta a casa due medaglie d’argento, con quella nella prova in linea che lascia non poche recriminazioni. Il Fiandre, ancora secondo, dietro il rivale di una vita.

VDP dopo la prima classica nel ’19 l’agognata monumento – Prima della Sanremo, solo De Vlaeminck aveva vinto in carriera classiche monumento e mondiale di cross. Dopo meno di due mesi e mezzo l’ex fuoriclasse fiammingo è stato emulato prima da Van Aert (Sanremo) e ieri da Van der Poel. A proposito di classiche monumento, un altro storico primato per il classe 1995: è il primo figlio a vincere dopo il padre una classica monumento (Adrie si era imposto nel 1986 proprio al Fiandre, e due anni dopo si prese pure la Liegi).

Agosto “italiano” – Dopo un anonimo esordio a febbraio in Algarve, la sua stagione è iniziata praticamente ad agosto. Sulle strade italiane di Strade Bianche, Milano-Torino e Sanremo (mentre il grande rivale WVA si rivelava dominante), il neerlandese è apparso in ritardo di condizione e concludendo fuori dalla top-ten (rispettivamente 15°, 13° e ancora 13°). La sua campagna italiana è proseguita con un beneaugurante podio (3°) al Gran Piemonte e all’esordio in una classica durissima come Il Lombardia ha dimostrato di esserci con un non disprezzabile 10° posto, dopo una gara generosa.

Campione d’Olanda – Il campionato nazionale, il 21 agosto, è stato il primo acuto su strada del 2020. Una corsa dominata e vinta con distacchi notevoli e stracciando la Jumbo-Visma (5 atleti nei primi 9). Per Mathieu è la seconda maglia tricolore su strada, dopo la vittoria nel 2018. Tre giorni dopo ha sbagliato la volata al campionato europeo, fermandosi ai piedi del podio dietro Nizzolo, Démare e Ackermann. Ancora Italia a settembre gareggiando sulle strade della Tirreno/Adriatico, dove si è imposto sull’arrivo in cima allo strappo di Loreto. Quindi, la decisione di non correre il mondiale. Decisione assolutamente sbagliata, il percorso era nelle corde del campione olandese!

Il finale di stagione culminato con la perla nella Ronde – Al BinckBank Tour Van der Poel ha dispensato spettacolo sui muri delle Fiandre, vincendo l’ultima tappa sul mitico Muro di Grammont e la classifica finale della breve corsa a tappe belga. Il giorno dopo ha corso una buona Liegi (prima partecipazione alla doyenne), perdendo il treno della fuga decisiva, ma chiudendo comunque con un 6° posto, regolando gli inseguitori del drappello che si è giocato il successo. Tre giorni dopo, è stato battuto dal campione del mondo Alaphilippe nella Freccia del Brabante. Infine la perla al Giro delle Fiandre.

WVA & AVDP la sfida infinita – La prossima stagione ci dirà dove potranno arrivare ancora questi favolosi ragazzi, che si sfidano dalle categorie giovanili e che ormai hanno imposto la loro supremazia nel ciclismo dei grandi.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.