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di Ettore Ferrari

Il trionfo di domenica nella 106esima edizione della Ronde van Vlaanderen al termine di una sfida tra titani con Tadej Pogacar, ha proiettato prepotentemente Mathieu Van der Poel nella storia della classica monumento fiamminga.

La corsa di domenica è stata caratterizzata in maniera netta dalla superiorità di Tadej Pogacar (alla prima esperienza al Fiandre!) che, negli ultimi 55 km di corsa ha domato (e dominato) sui muri che via via si presentavano sotto le sue ruote e il suo talento cristallino. Ma al pari dello sloveno, MVDP ha tatuato la corsa con le sue violente accelerazioni e il suo sprint finale che lo ha proiettato nella leggenda della classicissima dei muri.

Un ruolino fantastico in quattro partecipazioni – Analizzando i crudi numeri, rileviamo che il figlio e nipote d’arte ha disputato le ultime quattro edizioni del Giro delle Fiandre, ottenendo i seguenti risultati: 4° posto all’esordio nel 2019 (vittoria a sorpresa di Alberto Bettiol, VDP già dominante e attardato da una caduta causata da una sua leggerezza); 1° al fotofinish nell’edizione insolitamente autunnale del 2020, dopo un epico scontro con Wout Van Aert; 2° nel 2021, battuto da un poderoso Kasper Asgreen, in un altro sprint a due; 1° domenica. Praticamente nelle ultime tre edizioni è arrivato a giocarsi sempre la vittoria, sfiorando un tris consecutivo riuscito solo al mitico Fiorenzo Magni nel 1949-50-51. A 27 anni può ragionevolmente puntare al poker mai riuscito in questa classica (Achiel Buysse, Magni, Eric Leman, Johan Museeuw, Tom Boonen e Fabian Cancellara, tutti a quota 3).

L’intelligenza di Mathieu – La vittoria 2022 verrà ricordata nel curriculum del capitano dell’Alpecin-Fenix per l’estrema astuzia con la quale ha gestito il finale. Ha corso sulla difensiva sui muri (cosa del tutto insolita, vista la sua straripante potenza) per il manifesto strapotere fisico di Pogacar. L’ultimo chilometro, poi, è stato un autentico capolavoro, andando in testa, controllando il rientro di Madouas e Van Baarle e partendo poco prima dell’aggancio con una progressione delle sue (semplicemente micidiale!) e schiantando sul nascere una possibile rimonta dello sloveno, poi rimasto pure chiuso (anche se non avrebbe potuto andare oltre il secondo posto) dagli altri due. Magistrale!

Solo otto giorni di corsa nel 2022… – Ultimo aspetto da sottolineare è l’incredibile capacità dell’olandese di tornare immediatamente ai livelli di eccellenza che tutti gli riconoscono. Dopo aver corso l’ultima gara su strada ai primi di ottobre 2021 (e ingoiato un rospo per la sconfitta – 3° – alla Roubaix di Sonny Colbrelli), la sua stagione di cross è stata caratterizzata dal riacutizzarsi dei problemi alla schiena (rimediati nella caduta nella prova olimpica di mtb): un paio di gare e 0 vittorie! Mai successo. Si è fatto operare e ha ripreso a pedalare. Tornato a sorpresa alla Milano-Sanremo, è arrivato subito 3°, correndo sempre davanti (solo i giganti possono tornare in gara dopo quasi 6 mesi e giungere ad un passo dal trionfo in una corsa di 300 km come la classicissima di primavera); quindi ha disputato la Settimana Coppi e Bartali, conquistando una bella vittoria di tappa; mercoledì scorso il primo assaggio dei muri e del pavé con il convincente successo alla Dwars door Vlaanderen; il resto è storia.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.