di Ettore Ferrari
Uno scatto terrificante, su uno strappetto, per riprendere e saltare a doppia velocità Alberto Bettiol, in fuga da parecchi chilometri, e Mathieu Van der Poel si è involato verso la maglia iridata che gli mancava, dopo cinque mondiali di ciclocross. Un gesto atletico superlativo, seguito da un’azione in progressione impressionante e Van der Poel ha lasciato la compagnia nobile di Pogacar, Van Aert e Pedersen. Il fuoriclasse neelandese è stato più forte della malasorte quando, a poco più di 16 km dalla conclusione, è scivolato in una curva, si è rialzato ed ha proseguito ancora con più impeto. Fenomeno.
Fuga per nove poi lo stop di 50′ – Il campionato del mondo n. 90 parte da Edimburgo per un primo tratto in linea, prima del circuito cittadino a Glasgow. Nove uomini vanno all’attacco: Owain Doull (Gran Bretagna), Matthew Dinham (Australia), Harold Tejada (Colombia), Kevin Vermaerke (USA), Patrick Gamper (Austria), Rory Townsend (Irlanda), Ryan Christensen (Nuova Zelanda), Krists Neilands (Lettonia) e Petr Kelemen (Repubblica Ceca). Una prima volta storica si registra quando mancano circa 190 km al termine e dei manifestanti bloccano la corsa. La gara rimane sospesa per quasi un’ora!
Danimarca sugli scudi, allunga e strappa il gruppo – Ben prima dell’ingresso sul circuito di Glasgow, sale in cattedra la Danimarca (assente il dominatore degli ultimi 2 Tour Jonas Vingegaard), che inizia a rendere la corsa dura a 145 km dal traguardo. Velocità elevatissima per lanciare il suo uomo più in forma, Mads Pedersen, già iridato nel 2019. L’anello di Glasgow prevede numerosi strappetti, brevi ma ripidi, e tante, tantissime curve che richiedono continui cambi di ritmo. L’alta andatura già lontano dall’arrivo provoca molte vittime illustri: Peter Sagan, all’ultimo mondiale e dopo averne vinti tre consecutivamente (record), si dirige verso i box; poi si staccano Julian Alaphilippe (2 mondiali consecutivi in carniere), Kasper Asgreen e addirittura Jasper Philipsen, maglia verde e 4 tappe al Tour, uno dei grandi favoriti; complice una foratura, anche l’argento mondiale 2022 Christophe Laporte abbandona qualsiasi sogno odierno.
Bettiol encomiabile prova da lontano – Dopo un primo scatto di Van der Poel (-91 km), ci prova anche Pogacar. Il Belgio sembra favorito, essendo in superiorità numerica con Van Aert, Van Hooydonck, Benoot, Stuyven e il campione uscente Evenepoel che, però, alterna progressioni delle sue a momenti in cui perde le ruote dei migliori. Non c’è un momento di tregua. A circa 75 km dal termine, davanti restano in sette: Van der Poel, Pogacar, M.Pedersen, Van Aert, Bettiol, Dinham e Vermaerke (gli ultimi due reduci della fuga della prima ora). Manca tantissimo, ma questo è il meraviglioso spettacolo di questi anni che questi campioni ci regalano. In precedenza, una caduta in salita ha tolto di scena Matteo Trentin, campione europeo proprio a Glasgow (2018). Ma gli azzurri corrono bene e Alberto Bettiol allunga a più di 50 km dal termine, inseguendo un sogno e una maglia che manca al nostro Paese addirittura dal 2008 (successo di Alessandro Ballan a Varese).
Bettiol illude, poi Van der Poel letale e per tutti si spegne la luce – Bettiol insiste, dietro restano in quattro: Van Aert, Pedersen, Pogacar e Van Aert. Quattro fuoriclasse! Il margine di Bettiol oscilla sempre intorno ai 25″, a volte tocca pure i 30″, ma alle sue spalle si danno cambi regolari e per lui la sorte è segnata. Ai -23,4 in cima ad uno strappo, l’azzurro è ormai nel mirino dei quattro, quando scatta con una fucilata delle sue Mathieu Van der Poel. Uno scatto impressionante, seguito da una progressione pazzesca alla quale nemmeno un altro fenomeno come Pogacar riesce a replicare. Il nipote di Raymond Poulidor e figlio di Adrie, inizia una straordinaria cavalcata solitaria che esalta il numeroso pubblico presente sul circuito.
Nemmeno una caduta scalfisce la foga di MVDP: gladiatore! – A circa 16 km dal termine, Van der Poel finisce a terra in curva, battendo violentemente la parte destra del corpo. Per lui escoriazioni al braccio, al ginocchio e al dorso destri. Si rialza, riprende la bici e di nuovo a tutta! Il suo vantaggio riprende ad aumentare. Dominante. Pogacar è al gancio, Pedersen si difende, Van Aert il più generoso ma, ancora una volta, perdente allungando una serie incredibile di podi e piazzamenti iridati e nelle classiche monumento. VDP vola gli ultimi chilometri e si gusta l’ennesimo trionfo di una stagione memorabile. Campione del mondo! Van Aert a 1’37” è argento, a 1’45” Pogacar agguanta il bronzo superando Pedersen, partito troppo lungo. A 3’48” (distacchi considerevoli) Stefan Kung chiude la top-five, precedendo Stuyven, Dinham, Skujins e Benoot; a 4’03” Alberto Bettiol agguanta la decima posizione, dopo una corsa d’attacco.
Van der Peol nella storia: nessuno mai come lui – Il trionfo netto di oggi regala al fuoriclasse neerlandese record su record. In primavera, ha vinto Milano-Sanremo e Parigi-Roubaix e adesso il campionato del mondo: un tris mai riuscito a nessuno. Allargando le statistiche al ciclocross, il fenomeno orange ha centrato un poker incredibile: mondiale cross-Sanremo-Roubaix-mondiale strada in linea! Infine, è il primo corridore della storia a vestire la maglia iridata nella stessa stagione nel ciclocross e su strada. Cosa aggiungere ancora?