Mostruoso, cannibale, leggenda, imbattibile Pogacar! Lo sloveno s’inventa un nuovo, ennesimo numero della sua straordinaria carriera e conquista l’agognata maglia iridata a Zurigo dopo una corsa d’attacco che lo ha proiettato in avanscoperta già a 100 km (!) dall’arrivo. Ha ripreso gli attaccanti di giornata e poi si è lanciato all’attacco prima con Pavel Sivakov e poi in solitaria per giungere solitario al traguardo da incontrastato dominatore. Pogacar ha completato una tripletta leggendaria: Giro-Tour-Mondiale nello stesso anno, emulando Eddy Merckx (1974) e Stephen Roche (1987).
Alaphilippe cade e si ritira – Ultima prova iridata della settimana in Svizzera con la gara più attesa e importante. Partenza veloce per lanciare la fuga, poi un sussulto con la caduta di Julian Alaphilippe, Joao Almeida e Pello Bilbao. Il francese, campione del mondo a Imola 2020 e Lovanio 2021, cercava il colpo ad effetto dopo una stagione con qualche sprazzo, ma è costretto ad abbandonare. La fuga, con un gruppo nutrito va via, ma la svolta è vicina…
Pogacar anticipa tutti e fa saltare il banco a… 100 km dall’arrivo! – Dopo il via da Winterthur un tratto in linea per lasciare posto al circuito di Zurigo con lo Zürichbergstrasse lungo 1,1 km all’8% di media e punte del 15%, e quello di Witikon lungo 2,3 km al 5,7% e con un tetto del 9%. A 100,8 km dalla conclusione, in salita, parte secco Pogacar! Sullo sloveno si riportano Queen Simmons e Andrea Bagioli. Un attimo e il barbuto statunitense molla la presa, qualche centinaio di metri dopo (-98,2) anche l’azzurro è costretto ad alzare bandiera bianca. Evenepoel e Van der Poel restano intruppati nel gruppo e prima di capire lo schiaffo subito lo sloveno è già sulla scia del gruppo di attaccanti, dal quale si stacca Jan Tratnik, connazionale, che lo aspetta e lo riporta sui primi a 91 km dal termine. Un’enormità. Davanti ci sono, tra gli altri, Florian Lpowitz, rivelazione dell’ultima Vuelta, l’esperto Cort Nielsen e Jay Vine.
Il Belgio insegue, ma Pogacar guadagna – Pogacar scalpita, allunga in discesa, poi in pianura e infine se ne va con il solo Pavel Sivakov ai -77. La nazionale belga è in massa davanti con ben sei elementi, ma il vantaggio si attesta sui 40/50 secondi. Il percorso non concede un attimo di respiro, si sale e si scende di continuo. Prova un paio di volte Evenepoel, ma sono scatti dimostrativi. Il doppio campione olimpico e iridato a cronometro sbaglia i tempi e tradisce un certo nervosisismo. Pure Van der Poel prova un paio di trenate, ma la situazione non cambia. Pogacar si porta a spasso Sivakov (compagno di squadra all’UAE) per poi lasciarlo al suo destino a 51,5 km dalla fine.
Tom Skujins e Ben Healy i più concreti all’inseguimento – Sono Healy e Skujins a cercare di dare un senso all’inseguimento di fronte al monologo del fenomeno dei Balcani. Poi, dopo diversi allunghi, si forma un gruppetto che affronta il finale di gara. Su Healy e Skujins rientrano Van der Poel, Evenepoel, Mas, O’Connor e Hirschi. Dopo un attimo di leggera flessione tra i -20 e i -12, Pogi riprende a guadagnare: 47″ ai -9.
Pogacar nell’olimpo degli dei – Dopo Giro e Tour, letteralmente dominati con 6 tappe vinte in entrambi i GT, 26 anni dopo Marco Pantani, Tadej Pogacar si prende di forza il campionato del mondo con una superiorità disarmante. Per lui tris stellare Giro, Tour e Mondiale. Senza dimenticare classiche come Strade Bianche (dopo 81 km di fuga!), una Monumento come la Liegi-Bastogne-Liegi e il G.P. di Montrèal.
Argento per O’Connor e bronzo per MVDP – La lotta per le medaglie meno preziose premia Ben O’Connor, grande protagonista all’ultima Vuelta (maglia rossa per ben 13 giorni e poi secondo nella classifica finale) che coglie un meritatissimo secondo posto a 34″ dall’extra terrestre, e Mathieu Van der Poel (campione del mondo uscente) terzo a 58″ davanti un indomabile Skujins, Evenepoel (grande sconfitto), Hirschi, Healy e Mas.