di Ettore Ferrari

Un finale incredibile nella Freccia Vallone con il successo di forza di Dylan Teuns sul veterano Alejandro Valverde, che è riuscito ad affiancare il belga negli ultimi 60 metri, prima di cedere proprio in dirittura al più giovane avversario. Terzo gradino del podio per Aleksandr Vlasov, delude Alaphilippe, quarto, e Pogacar senza gambe nell’infuocato finale.

Cronaca – Dal pavé alle Ardenne, il classico repertorio delle classiche del Nord. In scena la Freccia Vallone con il suo oramai iconico arrivo sul Muro di Huy. Grande sfida tra Julian Alaphilippe, imbattuto dal 2018 (3 vittorie – 2018-19-21 – nel ’20 non ha partecipato) e il fenomeno Tadej Pogacar, all’esordio in questa gara che, dopo l’amarezza al Finadre, va a caccia della doppietta Freccia-Liegi. Ultima recita per Alejandro Valverde, plurivincitore della Freccia e, più in generale, delle classiche belghe ardennesi (4 Liegi e 5 Freccia, per un totale di 9 trionfi, uno in più di sua maestà Eddy Merckx), che chiuderà in questo week-end il suo ciclo infinito nelle classiche che più ha amato. I chilometri sono 202,1 con 11 côtes.

Corsa velocissima, fortemente bloccata tatticamente dall’epilogo in salita. In avanscoperta un drappello di dieci atleti, che poi si screma fino a rimanere il solo Valentin Ferron con Simon Carr, autore di un bel rientro dal gruppo principale. I due sono ripresi ai -9,3. Sulla cote de Cherave allungo di Rochas, poi rilevato da Mauri Vansevenant e Soren Kragh Andersen. Dietro, lavorano soprattutto una Bahrain-Victorios compatta e la Ineos-Grenadier (che ha già perso Tom Pidcock in giornata no). Vansevenant è uno scudiero di Alaphilippe e non tira.

Huy giudice supremo, tanti in posizione di sparo – Inizia la terrificante ascesa (1300 metri) con i due battistrada ripresi a 900 metri dalla conclusione. Pogacar sembra pronto, ma poi perde posizioni, Alaphilippe non ha la baldanza palesata nei precedenti due passaggi a Huy, ed è un po’ defilato. Chi, invece, non perde un metro è l’eterno Valverde che, pilotato magistralmente prima da Carlos Verona e poi da Enric Mas, si porta nella prua del gruppo.

Teuns forza, Valverde risponde, lo affianca, ma sul più bello cede! – A 250 metri parte Dylan Teuns, Valverde non si fa scappare il vagone, lo tallona, entra negli ultimi 100 metri, sembra pronto per la classica sparata, lo affianca ai -60, ma poi non riesce a completare l’opera, lasciando via libera al belga, che vince la sua prima classica a 30 anni. Un secondo posto più che mai significativo, comunque, per il murciano che a 42 anni (!) dimostra per l’ennesima volta di essere il più longevo, ad alti livelli, campione della storia ciclistica. Sul podio anche un ottimo Vlasov, come Valverde a 2” dal vincitore, a 5” l’iridato Alaphilippe, a 7” Dani Martinez (oggi era lui l’uomo di punta Ineos), Michael Woods, Ruben Guerreiro, Rudy Molard, Warren Barguil e Alexis Vuillermoz a chiudere la top-10. E Pogacar? Solo 12°, appena dietro a Tiesj Benoot e davanti a Benoit Cosnefroy (2° all’Amstel e al Brabante). Domenico Pozzovivo (classe 1982) è il primo degli italiani (15°).

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.