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Era il super favorito della prova conclusiva dei campionati del mondo di ciclocross e, naturalmente, non ha tradito le aspettative Mathieu Van der Poel, dominando la prova sin dalle prime battute. Sul circuito elvetico di Dubendorf, VDP ha stracciato la concorrenza allungando già al primo (!) dei sette giri in programma: da lì in poi è stato un monologo del Fenomeno, che ha concluso con ampio margine. Per il tulipano è il terzo titolo, dopo gli acuti del 2015 e 2019.

L’attesa per il Fenomeno del cross è enorme, un’altra annata si sta concludendo sotto il suo dominio assoluto. Il portacolori della Alpecin-Fenix chiude oggi la sua incredibile stagione nel ciclocross e punta dritto al titolo per eguagliare, in epoca recente, Zdenek Stybar e Wout Van Aert.

Pronti via ed è subito Van der Poel! – Il tracciato di Dubendorf non è dei più severi, ma la pioggia caduta copiosamente nella notte ha creato molte zone di fango pesante. Partenza alle 14,35 e subito Van der Poel in testa! L’orange non vuole sorprese e riesce a fare la differenza; dapprima ci prova Aerts (l’unico in stagione a batterlo nell’unica sconfitta subita dal Fenomeno), ma deve mollare. Van der Poel è di un altro pianeta! Troppo netta la sua superiorità. Al secondo dei sette giri in programma la corsa può dirsi già decisa per la conquista della maglia iridata. La lotta diventa cruenta per i gradini più bassi del podio.

Il Belgio in netta superiorità numerica – Son ben 5 i belgi nel gruppetto all’inseguimento dello scatenato fuggitivo: Toon Aerts, Eli Iserbyt, Michael Vanthourenhout, Wout Van Aert e Laurens Sweeck. Con loro c’è il solo Thomas Pidcock, ma il giovanissimo talento britannico non sembra intimorirsi dinnanzi alla morsa dei veltri fiamminghi.

Pidcock stronca i belgi – Durante il terzo giro, Pidcock allunga deciso e mette alle corde i belgi! Il nuovo asso del ciclismo d’Oltremanica (è nato il 30 luglio 1999) è stato iridato juniores (2018) e campione europeo e mondiale l’anno scorso tra gli under-23. Praticamente è un altro predestinato, considerando che vanta anche una Parigi-Roubaix tra gli U-23 sempre nel 2019. Quest’anno, alla prima stagione da professionista, ha dimostrato di essere già su livelli di eccellenza. Al termine della terza tornata Pidcock insegue con Iserbyt alle calcagna con un distacco di 58” da VDP. Al quarto giro, Pidcock stacca anche Iserbyt: i belgi sono surclassati dal britannico. Van der Poel al passaggio (38’01” il tempo) aumenta il margine: Pidcock a 1’09”; Aerts a 1’15”; Van Aert a 1’30”; Iserbyt è solo settimo (a 1’42”).

Apoteosi Van der Poel – La schiacciante superiorità del neerlandese non conosce pause e al termine della quinta tornata transita con 1’27” su Pidcock, 1’33” su Aerts, 1’44” su Van Aert, che ormai sembra aver recuperato dopo il terribile infortunio al Tour dello scorso luglio. Proprio l’ex tre volte iridato è costretto ad abbandonare i sogni di podio nel corso del penultimo giro quando, complice una foratura, è costretto a mollare Aerts. Per le statistiche, MVDP chiude il sesto giro con 1’36” su Pidcock, 1’43” su Aerts e 2’11” su Van Aert. La scena è tutta per lui, Mathieu Van der Poel conclude in trionfo ottenendo nella stagione 2019/20 la vittoria n. 24 su 25 disputate! Imbattuto da inizio anno, numeri da fuoriclasse assoluto. Pidcock è meritatamente medaglia d’argento (a 1’20”), quindi bronzo per Aerts (a 1’45”); buon quarto Van Aert (a 2’04”), per il primo anno fuori dal podio dopo l’argento nel 2015, la storica tripletta iridata nel 2016-17-18, e un altro argento nel ’19; 5° Sweeck (a 2’32”), 6° Vanthourenhout a 3’12”, 7° l’orange Corne Van Kessel (a 3’52”). Ultimi tre posti della top-ten ancora belgi: 8° Tim Merlier (a 4’32”), 9° Quinten Hermans (a 4’48”), 10° un esausto Eli Iserbyt (a 5’11”).

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.