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di Ettore Ferrari

Percorso classico – 15esima edizione della Strade Bianche, classica verde come storia, ma antica come tracciato e fascino. Il fascino irresistibile della Toscana, intrisa di strade polverose e ripide che strizzano l’occhio agli specialisti del pavé e dei muri delle classiche del Nord, ma anche agli scalatori. Percorso senza modifiche rispetto al passato, sono 184 km di gara, dei quali ben 63 di sterrato. Un tracciato ormai divenuto iconico della corsa senese, che rimanda al ciclismo eroico. I tratti di sterrato sono suddivisi in 11 settori. Occhio al settore n. 8 (Monte Sante Marie), di 11,5 km, e poi gli ultimi due, Colle Pinzuto (2,4 km) a 20 km dal termine, e Le Tolfe (1,1 km) ai -13. L’arrivo nella splendida (quest’anno senza pubblico) Piazza del Campo, con gli ultimi 2 km in costante ascesa e poi, dopo l’ultimo km, pure in porfido.

Cronaca – Corsa controllata dalle squadre dei favoriti. Sono la Deceuninck-QuickStep del campione del mondo Julian Alaphilippe (vincitore nel 2019), la Jumbo-Visma di Wout Van Aert (sempre a podio nelle ultime tre edizioni: 3° nel 2019-20 e dominatore l’anno scorso), e La Alpecin-Fenix di Mathieu Van der Poel. Come era prevedibile, la corsa esplode sul Monte Sante Marie.

Fuga stellare – Dopo il forcing della Jumbo-Visma per riprendere un tentativo di sedici attaccanti (ta i quali Van Avermaet e Formolo), è Julian Alaphilippe ad aumentare il ritmo quando all’arrivo mancano 51,8 km. Il gruppo si frantuma sotto i colpi dell’iridato di Imola che porta via un drappello con gli immancabili Van Aert e Van der Poel, con i giovanissimi e talentuosi Tom Pidcock e Quinn Simmons, con i vincitori degli ultimi due Tour, Bernal e Pogacar, unico “intruso” tra questi big è Michael Gogl (0 vittorie in carriera). Terminato il settore dedicato a Fabian Cancellara, l’unico, finora, ad aver vinto la corsa per 3 volte (2008-12-16), foratura per Simmons, che viene superato dal gruppetto che insegue i primi. In testa restano in sette. Nel settore n. 9, solo 800 metri ma al 12%, i primi hanno quasi mezzo minuto. Allunga Alaphilippe! Pogacar è prontissimo a rispondere, poi Van der Poel, Bernal e Gogl. Cede Van Aert con Pidcock. Il belga, terminato il muro, è già a 10” con Pidcock che non gli dà un cambio. Neanche il tempo di rifiatare ecco il settore n. 10 di Colle Pinzuto con Van Aert che si avvicina, mentre Alaphilippe è ancora il più generoso in testa. Il fiammingo rientra (-18,4)! Torna sotto anche Pidcock. Di nuovo sette al comando, dietro il vuoto.

Le Tolfe – Il settore n.11, l’ultimo, con Van Aert che attacca in testa. Una rampa che raggiunge il 18%. Scatta Mathieu Van der Poel (-12,1)! Una rasoiata che spezza il gruppetto, ma Alaphilippe risponde con impeto e rientra con facilità. Ottimo recupero anche di Egan Bernal (-10,8) a formare un terzetto imperiale. Niente da fare per Van Aert e anche per Pogacar.

Sul porfido di via Santa Cristina MVDP innesta il turbo! – Il gran finale di una corsa come sempre emozionante è lo strappo asfissiante che porta all’arrivo. I tre si danno cambi regolari, poi VDP (ai -4) prova a sorprendere i rivali con una progressione in discesa, annullata da Bernal. I tre arrivano ai piedi dell’erta conclusiva con 23” sugli inseguitori. Ultimo km! La pendenza sale, sale fino al 18%! VDP in testa, poi Alaphilippe e Bernal. Il campione d’Olanda, già in prima posizione, scatta con una potenza impressionante, è l’ultima rasoiata del fuoriclasse orange che, stavolta, fa il vuoto! Alaphilippe tenta di rispondere, poi si siede e deve arrendersi. Strepitosa dimostrazione di superiorità di Mathieu Van der Poel che conquista in maniera ineccepibile “la classica del Nord più a sud d’Europa”. Secondo posto (a 5″) per un sempre brillante e generoso Alaphilippe, chiude il podio Bernal a 20″, ormai avviato verso il pieno recupero. Van Aert (all’esordio stagionale su strada) 4° a 51″, quindi Pidcock, Gogl e Pogacar (calato negli ultimi 12 km) a 54″.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.