Roglic stacca tutti e si riprende la roja

L’uomo più atteso, l’uomo a caccia di un record storico (vincere per la quarta volta la Vuelta ed appaiare Roberto Heras), stiamo parlando di Primoz Roglic. Lo sloveno ha atteso il momento giusto e lo spazio giusto per involarsi e. svettare in cima alla classifica generale e ipotecare il successo finale nella 79esima edizione della gara iberica.

Red Bull dominante, sbriciola il gruppo – Diviannovesima tappa, da Logrono all’Alto de Moncalvillo (173,5 km), arrivo in salita con un’ascesa di 8,6 km all’8,9% (max 16%). Annullata la fuga di giornata la posta in palio è troppo alta e i big vogliono giocarsi il successo di tappa con annessi secondi di abbuono. Inizia la salita e le maglia della Red Bull Bora-hansgrohe fanno capolino in testa al gruppo, sono ben cinque! Ai -6,5 sono Dani Martinez prende la prua del gruppo. La svolta ai -5,9: Dani Martinez (2° all’ultimo Giro d’Italia, primo degli umani dopo super Pogacar) prende il comando, insiste con una sgasata che frantuma il già ristretto gruppo. Con il colombiano restano Vlasov e Roglic! Tre Red Bull prendono il largo. Martinez si rialza quasi subito (-5,7) lasciando il testimone ad Aleksandr Vlasov, che soffre ma dà tutto (forse anche di più) per lanciare il suo capitano che pedala con una facilità impressionante.

Roglic si invola verso successo e maglia – Ai -5 il vantaggio della coppia al comando è di 27″ sul gruppetto inseguitore, nel quale O’Connor resta aggrappato con la forza di volontà. Vlasov si sposta e Roglic senza alzarsi sui pedali va via leggiadro verso la leggenda. mancano 4,9 all’arrivo e la salita è aspra sotto le gambe dei protagonisti. Dopo un velleitario tentativo di Gaudu, scatta Carapaz. Ma anche il vincitore del Giro d’Italia 2019 non va oltre qualche pedalata in avanscoperta. Più convinto l’allungo di Enric Mas (-3,8). Lo spagnolo si insedia in seconda posizione riuscendo a recuperare qualcosa (19″ ai -3). Ma Roglic continua del suo passo, che nel finale diventa devastante. Favorito da pendenze costantemente intorno al 9%, lo sloveno allunga: 27″ ai -2. Negli ultimi mille metri, Mas va in crisi e perde altri secondi preziosi, venendo scavalcato da Gaudu e Skjelmose. Roglic, intanto, si prende il successo e la maglia rossa.

Apoteosi Roglic – Sfortunato sempre al Tour (tre ritiri nelle ultime tre edizioni disputate, sempre per cadute!), implacabile alla Vuelta. Il classe 1989, nonostante passano gli anni, dimostra ancora di essere il più forte nella corsa che più ama e che più gli ha dato gloria: terzo successo in questa edizione (quindici complessivamente), maglia rossa numero 40 (!) in carriera (12 giorni nel 2019, 13 nel ’20, 11 nel ’21, 1 nel ’22, e 3 finora nel ’24).

La remuntada – Giorno dopo giorno, tappa dopo tappa, Primoz Roglic ha recuperato l’enorme gap da Ben O’Connor e si è ripreso con autorità la roja. Non ha mai dato l’impressione di voler riprendersi lo scettro, per non avere il peso della corsa lontano da Madrid, ma ha aspettato con grande lucidità il momento giusto, mettendo mattoncino dopo mattoncino alla costruzione di questo edificio, che gli vale la fiammante maglia rossa e una seria ipoteca al successo finale.

O’Connor ancora sul podio, Mas e Carapaz lo braccano – A 46″ un ottimo Gaudu precede Skjelmose, che si prende la maglia bianca di leader dei giovani; Mas, esausto, è solo 4° a 50″, quindi Landa e Carlos Rodriguez a 57″; Carapaz, anche lui in calando, solo 9° a 1’03”, O’Connor con la forza della disperazione giunge a 1’49” perdendo sì la maglia ma non il podio. In classifica, Primoz Roglic svetta con 1’54” su Ben O’Connor, 2’20” su Enric Mas, 2’54” su Richard Carapaz, 4’33” su David Gaudu.

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