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di Ettore Ferrari

Un ciclamino poco lucente – Una carriera che lungi dall’essere conclusa, ma che nelle ultime stagioni appare comunque in chiaro declino, è quella di Peter Sagan. Lo slovacco, tre volte campione del mondo nei suoi anni d’oro, è un autentico specialista della classifica a punti nei Grandi Giri, e non solo. E non si è smentito nemmeno al Giro d’Italia appena concluso. Complice l’uscita di scena dei principali avversari degli sprint (Caleb Ewan e Giacomo Nizzolo su tutti), il capofila della Bora-hansgrohe si è concentrato sin da subito sulla maglia ciclamino. Quinto a Novara nel primo sprint di gruppo, Sagan è poi giunto 3° il giorno successivo, 4° a Cattolica, e finalmente vittorioso a Foligno (10^ tappa). Da lì in poi, complice le tante tappe di montagna e anche il successo di tante fughe da lontano, Sagan ha vissuto di rendita riuscendo a conquistare a Milano la prestigiosa maglia con un terzo posto come migliore piazzamento nelle ultime 11 tappe! Particolare curioso, mai nella storia della maglia ciclamino un vincitore aveva ottenuto un bottino così misero nella seconda metà del Giro. Basti pensare che, il miglior risultato a parte quel terzo posto è stato un 85° posto. Incredibile davvero.  

Dopo il verde il ciclamino – Con quest’ultimo successo, Sagan ha raggiunto quota 38 vittorie in classifiche a punti di corse a tappe. Un bottino ragguardevole per il 31enne ex iridato che vanta il record di successi al Tour de France (7) e al Tour de Suisse (8). Adesso il primo alloro al Giro, dopo essere stato secondo nella passata stagione dietro uno straripante Arnaud Démare, vincitore di ben 4 tappe.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.