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di Ettore Ferrari

Giornata flagellata dal maltempo e fuga che premia il coraggio di Joe Dombrowski, che prevale su Alessandro De Marchi, che ottiene una significativa maglia rosa, un premio ad una vita all’attacco, bravo! Termina dopo 3 giorni (una tappa in più rispetto al 2020) il regno rosa di Filippo Ganna.

Cronaca – Al quarto giorno il Giro d’Italia 2021 presenta le prime salite. Il maltempo non lascia la carovana in quello che è il primo test per i big della classifica. Un gruppo di 15 coraggiosi che sfida la pioggia lungo i 187 km da Piacenza a Sestola. Gli ultimi 100 km sono un susseguirsi di salite e discese, prima dello strappo finale, che termina a soli 2,5 km dall’arrivo. Il gruppo maglia rosa lascia fare e accumula minuti su minuti di ritardo. Sono Rein Taaramae e Christopher Juul-Jensen a presentarsi da soli sulla salita decisiva. Ma il gruppo inseguitore esplode letteralmente e sono Joe Dombrowski e Alessandro De Marchi a riportarsi sui primi (-4,3). Un’erta che sfiora il 10% con punte del 16%.

Landa attacca, Bernal c’è, Evenepoel regge, crollo di Almeida – Dopo che Pello Bilbao e Damiano Caruso hanno spianato il terreno, puntuale lo scatto di Mikel Landa, che in un amen si riporta su Giulio Ciccone, che tra gli uomini più attesi era stato il primo ad accendere la miccia (-5,2). Immediata la risposta di Egan Bernal, come di Aleksandr Vlasov e Hugh Carthy. Nibali perde proprio nell’ultimo tratto, mentre già si era staccato Joao Almeida, in giornata no.

Dombrowski si prende la tappa e De Marchi la rosa! – La pioggia non abbandona la gara e Dombrowski ha quel po’ di energie in più per staccare De Marchi. Lo statunitense ottiene il più bel successo in carriera e festeggia i 30 anni che compirà domani. Un premio alla carriera per Alessandro De Marchi, uomo squadra e attaccante per vocazione e necessità. Al primo anno alla Israel (la squadra di Froome), De Marchi, che compirà 35 anni il 19, si prende una soddisfazione non piccola conquistando la maglia rosa, anche se gli rimane il rammarico di un successo sfumato per poco. Professionista dal 2011 vanta 5 vittorie (3 tappe alla Vuelta, 1 al Delfinato e il Giro dell’Emilia). Alle spalle di Dombrowski e De Marchi, giungono alla spicciolata alcuni superstiti della fuga con il palermitano Filippo Fiorelli 3°. Questo il verdetto tra i big: Bernal, Ciccone, Vlasov, Landa e Carthy guadagnano 11″ su Evenepoel, Bardet, S. Yates, Formolo e Caruso; Pozzovivo, Nibali, Sivakov, Hindley Soler e Bilbao perdono 34″; crolla Joao Almeida, giunto a 4’21”! Il portoghese esce dalle zone alte e verosimilmente lascia al baby fenomeno Evenepoel la leadership in seno alla Deceuninck.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.