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di Ettore Ferrari

Un numero quello di Michael Matthews sulla rampa verso Mende, che gli ha permesso di staccare prima i due compagni di fuga, e poi, una volta raggiunto e leggermente staccato dal rientrante Bettiol, riprendere l’azzurro e mollarlo proprio in vista del traguardo e conquistare un successo assai significativo. Pogacar e Vingegaard guadagnano ancora sugli altri uomini di classifica.

Il gruppo lascia spazio alla fuga – Quattordicesima fatica del Tour n. 109, da Saint-Etienne a Mende-Montée Laurent Jalabert (192,5 km). Località di arrivo dedicata al campione francese che proprio qui si impose nel 1995 (anno del quinto trionfo consecutivo di Miguel Indurain), al termine di una lunga fuga assieme ad altri, fra i quali i compagni di squadra in seno alla Once Melchor Mauri e Neil Stephens. Un attacco ancora impresso nella memoria di chi visse quella frazione, dove Jalabert (che lottava per la classifica) e i suoi misero a dura prova la resistenza della maglia gialla Indurain. L’azione che caratterizza la giornata si sviluppa dopo una quarantina di chilometri dal via. All’attacco si propongono: Luis Leon Sanchez (Bahrain-Victorious); Andreas Kron (Lotto Soudal); Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen); Franck Bonnamour (B&B Hotels); Michael Matthews (BikeExchange); Marc Soler (UAE); Dani Martinez (Ineos-Grenadier); Gregor Muhlberger (Movistar); Louis Meintjes (Intermarché Wanty Gobert); Bauke Mollema e Quinn Simmons (Trek-Segafredo); Stefan Kung e Thibaut Pinot (Groupama-FDJ); Jakob Fuglsang, Michael Woods e Krists Neiland (Israel-Premier Tech); Patrick Konrad, Felix Grossschartner e Lennard Kamna (Bora Hansgrohe); Rigoberto Uran, Alberto Bettiol e Neilson Powless (EF); e la maglia a pois Simon Geschke (Cofidis). Gruppo folto, con uomini fuori classifica (il più vicino è Meintjes a 15’46”). Il vantaggio sale con la Jumbo-Visma che si interessa solo di controllare.

Matthews scalpita e attacca lontano dal traguardo – Da velocista di razza a corridore di fondo con tenuta su salite di media durezza, Michael Matthews, già secondo due volte in questo Tour, decide di andare all’attacco addirittura ai -52 (sic) con il campione austriaco Grosschartner, Kron e “nonno” Sanchez (39 anni per lo spagnolo).

Salita Jalabert che esalta Bettiol, ma poi si arrende a super Matthews – Il piatto forte di questa tappa è l’ultimo strappo. Un’ascesa breve (2,9 km), ma brutale con una pendenza media del 10,5% simile ad una cote di una classica ardennese. Al comando sono rimasti Luis Leon Sanchez, Grosschartner e Matthews. Alle loro spalle il gruppo degli ex compagni di fuga si è già frazionato e si riduce ulteriormente non appena la strada torna a salire. Matthews sembra correre in pianura e stacca gli altri due! Mentre Bettiol, a sua volta, lascia sui pedali, il resto della compagnia e si produce in un interessante inseguimento. Il vincitore del Giro delle Fiandre 2019 (e di una tappa al Giro 2021) mette nel proprio mirino l’australiano, si riporta sul battistrada e lo stacca. Ma Matthews non crolla, anzi rimane a pochi metri dall’italiano e a poche centinaia di metri dalla vetta della salita si accoda. Con un’ultima irresistibile progressione, Matthews stacca Bettiol! Il culmine dalla salita è a -1,4 dall’arrivo. Per il classe 1990 è fatta. Un trionfo meritatissimo e, per certi versi, inatteso visto che nelle sue corde c’è sempre stato lo sprint. Oggi, invece, Matthews ha voluto stupire e ha realizzato un’autentica impresa che impreziosice il suo palmarès di vittorie in tutti e tre i GT (4 tappe al Tour, 3 alla Vuelta e 2 al Giro; senza dimenticare 8 giorni in maglia rosa e la maglia verde finale al Tour 2017). Matthews è un velocista, ma neglia anni ha dimostrato di poter competere in svariate corse di un giorno come testimoniano i numerosi piazzamenti di prestigio ottenuti (3° alla Milano-Sanremo 2015 e ’20, 6° nel ’21 e 4° nel ’22; 6° al Giro delle Fiandre 2019; 4° alla Liegi-Bastogne-Liegi 2017; 3° all’Amstel Gold Race 2015 , 5° nel ’16 e 4° nel ’21; 5° alla Freccia Vallone 2018; argento ai mondiali 2015, 4° nel 2016 e bronzo nel 2017, tutti e tre vinti da Sagan). Bettiol mantiene la seconda posizione (a 15″), tardivo recupero di Pinot a 34″ e poi alla spicciolata i reduci della fuga.

Pari Pogacar-Vingegaard – Lo sloveno prova a saggiare la reazione della maglia gialla, che non molla di un millimetro. I due dominatori delle ultime due edizioni, si lasciano alle spalle il resto dei rivali in classifica e chiudono a 12’34”. Alla fine, guadagnano 17″ su Gaudu, Thomas e Quintana, 22″ su Adam Yates, 26″ su Vlasov, Bardet e Mas. In classifica, Vingegaard ha sempre 2’22” su Pogacar, mentre allunga sugli altri: Thomas a 2’43”, Bardet a 3’01”, A.Yates a 4’06”, Quintana a 4’15”, Meintjes (tornato in top-ten) e Gaudu a 4’24”, Pidcock a 8’49” e Mas a 9’58”.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.

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