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di Ettore Ferrari

Lanciato da un grande Valverde, Enric Mas allunga sulle terribili rampe del San Luca e lascia sui pedali il favoritissimo Pogacar, andando a conquistare in perfetta solitudine una classica di prestigio come il Giro dell’Emilia, secondo appuntamento del corposo programma italiano di fine stagione.

Il San Luca spauracchio della corsa – Partenza da Carpi per il 105° Giro dell’Emilia, una delle classiche più nobili e antiche del panorama italiano. La corsa prevede il suo piatto forte nella terribile e durissima ascesa finale al San Luca, che domina Bologna. La fuga iniziale si riduce a due unità, Geoffrey Bouchard e Kobe Goossens, che approcciano la prima delle cinque scalate al San Luca. Iniziano i quattro giri del circuito finale di 9,3 km ciascuno. Mancano 37,2 km alla conclusione e la UAE Emirates è presente in massa in testa al plotone con ben cinque unità.

Forcing dell’UAE, Valverde marca “a uomo” Pogacar – Nel corso del primo giro, Goossens stacca Bouchard, ma il gruppo è vicinissimo con Rafal Majka in testa a tirare, poi Hirschi, Ulissi, Formolo e Pogacar. Dietro il convoglio UAE, tre uomini Movistar con l’eterno Alejandro Valverde che non molla di un centimetro Pogacar, poi Mas e Sosa. Durante il terzultimo giro, Goossens viene ripreso in discesa (-25) da Geoghan Hart (il fantasma del corridore che vinse il Giro d’Italia due anni fa e che, da allora, non si è più ritrovato), De Marchi e Latour. Inizia la rampa del San Luca e il gruppo rinviene sui tre attaccanti (Goossens esausto era già stato ripreso).

Pogacar non aspetta e attacca, Mas c’è! – Al passaggio dei -18,6 (ultimi due giri da percorrere), il trenino UAE è tirato da Diego Ulissi con Davide Formolo e Pogacar, poi sempre Valverde, Mas e Sosa. Il gruppo si assottiglia e davanti restano in non più di una trentina. Ulissi (vincitore nel 2013) conduce la gara praticamente per tutto il giro e approccia la penultima ascesa al San Luca in testa. Le energie sono ormai al lumicino per il toscano e la sensazione è che Pogacar non aspetti l’ultimo giro per attaccare. E infatti il fuoriclasse sloveno parte, dopo un allungo di Lorenzo Fortunato. Reattivo come non mai Enric Mas si riporta con apparente facilità alla ruota di Poggy e assieme fanno il vuoto nell’ultimo tratto di ascesa che porta al traguardo per l’ultimo giro (-9,3).

I “vecchietti” non ci stanno e rientrano sui primi – Sorprende e non poco la baldanza di Mas che, battuto allo sprint, ma anche su un eventuale attacco del fenomeno sloveno, dimostra un piglio che non gli si riconosceva, andando sovente in testa (aveva pure provato a staccare Pogacar nell’ultimo pezzo di salita). Ma dietro non mollano e da un sparuto manipolo di inseguitori si tuffano in discesa Rigoberto Uran (35 anni), Domenico Pozzovivo (40) e il sempiterno Valverde (42). Davanti Pogacar non mostra la classica brillantezza e Mas non disdegna di passare in testa a condurre. A 4,7 km dal termine, tirati da un generosissimo Uran, il ricongiungimento. Cinque uomini si giocano il successo.

Valverde si mette al servizio di Mas, che non tradisce e vince – Inizia l’erta finale (2,2 km con il tratto più duro nella “curva delle orfanelle”, dove si tocca il 17,5% di pendenza) con Valverde che conduce il plotoncino, chiaro l’intento del vecchio campione di lavorare per il più giovane compagno di squadra (15 anni meno di lui…) e Mas non si fa pregare sfoderando un allungo perentorio. Il quintetto si sfalda, con Pogacar resiste il piccolo grande Pozzovivo, più indietro Uran e Valverde. La salita sembra non finire mai, ma Pogacar non ha lo smalto dei giorni migliori e non riesce ad avvicinarsi. Mas si volta, controlla, rifiata e conclude meritamente a braccia alzate la classica emiliana. Pogacar è secondo a 11″, podio pesante per Pozzovivo a 13″, quarto Valverde a 26″ e quinto Uran a 31″; sesto Fortunato a 36″.

Grande regolarista con pochi acuti, Enric Mas trova uno dei giorni più belli della sua carriera iniziata nel 2017; in cima al San Luca arriva la sesta gioia in massima categoria.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.

20 pensiero su “Mas stacca Pogacar e si prende l’Emilia”
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