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di Ettore Ferrari

Con un’ultima schiacciante prova di forza la Jumbo-Visma corona una settimana di assoluto dominio con il primo posto finale di Primoz Roglic e il secondo del suo delfino Jonas Vingegaard. Posizioni invertite al traguardo dell’ultima tappa, Vingegaard vittorioso e Roglic a fianco a festeggiare una prova di squadra perfetta. Terzo posto di tappa e in classifica per il regolare Ben O’Connor, ottimo il quarto posto di Damiano Caruso.

Festival della montagna – Ottava e ultima tappa del 75° Critérium du Dauphiné, ovvero la prova generale per antonomasia del Tour de France. Il week-end si chiude con un’altra tappa di montagna, da Saint-Alban-Leysse a Plateau de Solaison (138,8 km), come ieri tappa breve ma intensa, ricca di GPM (4). Si inizia a salire subito dopo lo start, con il Col de Plainpalais (8,8 km al 6,5%), si prosegue con il Col de Leschaux (7,9 km al 4,5%), poi 50 km e il gran finale con il Col de la Colombière (11,8 km al 5,8%) e l’arrivo Hors Catégorie ai 1.508 metri di Plateau de Solaison (11,3 km al 9,2%). Attacco a lunga gittata sin dalle prime battute.

Jumbo-Visma dominante – Inizia la salita conclusiva e i battistrada hanno un minuto scarso sul gruppo tirato da due luogotenenti di Roglic. La maglia gialla è in pieno controllo della situazione. Il gruppo entra in una zona con fitta vegetazione e in molti perdono contatto. Davanti c’è ancora Jan Hirt, grande protagonista all’ultimo Giro d’Italia (una tappa e top-ten finale) che, ai -10 ha staccato Kenny Elissonde (già protagonista ieri), Laurens De Plus e George Bennett. Rimescolamento in testa con George Bennett che passa al comando, ma anche il neozelandese viene ripreso dai suoi ex compagni di squadra della Jumbo (-6,5). Kruijswijk, Roglic, Vingegaard i tre Jumbo in testa al gruppetto, che comprende solamente O’Connor, Haig, Chaves e lo stesso Bennett.

Vingegaard accende il gas e Roglic si fa portare in carrozza – Il leit-motiv è sempre lo stesso con Kruijswijk che mantiene un’andatura asfissiante fino ai -5,4. Poi, dopo l’ultima tirata, si sposta bruscamente verso sinistra e parte l’affondo di Jonas Vingegaard, tallonato da un imperscrutabile Roglic. O’Connor prova a rimanere attaccato al binomio Jumbo, ma deve arrendersi quasi subito. Discorso chiuso per la vittoria di tappa e il successo finale. Si assiste ad un monologo giallonero con Vingegaard quasi sempre a condurre e Roglic in pieno controllo. I due sono già in vetta alla classifica con lo sloveno che ha 44” sul danese. Onore e merito, comunque, a Ben O’Connor che, mentre tutti gli altri perdono secondi, lui, dopo aver reso una quindicina di secondi subito dopo l’allungo di Vingegaard, si è gestito benissimo e continuando con lo stesso ritmo degli scatenati avversari.

Roglic aggiunge un nuovo tassello al suo mosaico – Il Giro del Delfinato mancava al lungo elenco di vittorie nelle corse a tappe di Primoz Roglic, oggi iscrive il proprio nome nell’albo d’oro di una delle più blasonate corsa a tappe al mondo, dopo i tre Grandi Giri. Vingegaard, che taglia giustamente il traguardo in prima posizione, chiude in seconda posizione a 40” dal suo capitano; anche per il danese importanti segnali in vista della Grande Boucle, che l’anno scorso lo ha lanciato tra i grandi per poi chiudere sul podio di Parigi al secondo posto, primo dei terrestri dopo l’inavvicinabile Tadej Pogacar. O’Connor chiude il podio a 1’41”. Damiano Caruso scala anche oggi una posizione e termina 4° a 2’33”; il ragusano si sta ritagliando un finale di carriera di alto livello con risultati che ne valorizzano il talento. Al quinto posto Jack Haig, coequipièr del siciliano, a 3’13”. Il dominio assoluto della Jumbo è stato completato da Wout Van Aert, vincitore di 2 tappe, secondo in altrettante, maglia gialla per 5 giorni e maglia verde finale (classifica a punti), può bastare?

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.

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