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di Ettore Ferrari

Tutti aspettavano Mark Cavendish e invece a vincere sull’incomparabile scenario degli Champs Elysées è stato un sontuoso Wout Van Aert. Il campione belga ha dominato la volata, pilotato perfettamente dal fido Mike Teunissen, e per Cavendish non c’è stato niente da fare, 3° e superato anche da Jasper Philipsen. Tadej Pogacar sale per il secondo anno consecutivo sul gradino più alto del Tour.

WVA strepitoso: dopo il Ventoux, la crono e i Campi Elisi. Un Tour da sogno! – La 21esima e ultima tappa del Tour numero 108 aveva un solo quesito: la possibile cinquina di Mark Cavendish e il contestuale superamento del primato condiviso con Eddy Merckx come plurivincitore di tappe alla Grande Boucle. La Deceuninck-Quickstep ha lavorato per portare il suo velocista principe a giocarsi in questa ultima volata un primato da brividi. Ma, stavolta, nelle pieghe della corsa viaggiava un corridore, con la maglia tricolore di campione del Belgio, imponente nella stazza, vellutato nel colpo di pedale, che aveva dominato la frazione a cronometro e che ancora chiedeva un’ultima emozione a un Tour che già gli aveva regalato la sublime fuga sul Ventoux con annessa vittoria. Quest’uomo è Wout Van Aert, il magnifico rivale nel ciclocross del fenomeno Mathieu Van der Poel, che nelle ultime stagioni è diventato un fuoriclasse assoluto anche su strada, dominando su tutti i terreni. Cavendish, sicuramente carico di tensione per essere ad un soffio da un record memorabile, è rimasto spesso nelle retrovie e, quando, ci si avvicinava alla volata ha faticato nel risalire le posizioni di testa del gruppo. Van Aert, invece, pilotato magistralmente dal fido Mike Teunissen (prima maglia gialla al Tour 2019), è rimasto nelle primissime posizioni già negli ultimi 3000 metri. Non appena il gruppo è entrato per l’ultima volta sui Campi Elisi per la volata che vale una carriera, invece del solito trenino Deceuninck, ecco un Teunissen impeccabile tirare la volata al proprio capitano. Cavendish è riuscito ad andare in scia a Van Aert, ma non appena il belga di Herentals (la stessa città di Rik Van Looy, leggenda degli anni ’50/’60) ha acceso il gas per tutti si è spenta la luce. Per Cavendish, che non è riuscito nemmeno ad affiancare il rivale, per Jasper Philipsen (piazzato molte volte), che si è dovuto accontentare della seconda piazza. Eloquente il gesto di WVA sul traguardo che ha indicato con la mano il numero tre, come le sue vittorie in questo Tour.

Pogacar re del Tour – Spazio al trionfo di Tadej Pogacar, assoluto dominatore dell’edizione n. 108, che rappresenta la seconda vittoria consecutiva nella corsa francese a 22 anni e 300 giorni: nessuno in 118 anni di storia era riuscito a vincere 2 Tour (e per giunta consecutivi) in così giovane età. Chapeau al fenomeno sloveno che porta a casa, come nel 2020, maglia gialla, maglia a pois (classifica degli scalatori) e maglia bianca (classifica dei giovani): un record anche questo. Nella classifica finale, dietro il meraviglioso Tadej, troviamo sul podio Jonas Vingegaard (rivelazione) a 5’20” e Richard Carapaz (certezza nei GT) a 7’03”; 4° Ben O’Connor (sorpresa) a 10’02”, 5° Wilco Kelderman (regolare) a 10’13”, a seguire 6° Enric Mas (abulico) a 11’43”, 7° Alexej Lutsenko a 12’23”, 8° Guillaume Martin (primo dei francesi) a 15’33”, 9° Pello Bilbao a 16’04” e 10° Rigoberto Uran (crollato sui Pirenei) a 18’34”. Matia Cattaneo, 12°, ha sfiorato la top-ten.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.