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di Ettore Ferrari

Una giornata memorabile, destinata a rimanere nella storia del Tour, quest’ultima sfida sui Pirenei che ha consacarato definitivamente il talento e la classe di Jonas Vingegaard, che ha messo il timbro al suo Tour trionfale. Ma è stata anche la tappa di un encomiabile Tadej Pogacar, che si è arreso dopo innumerevoli attacchi (e una caduta) alla superiorità del danese. Ed è stata pure la tappa di un sempre fenomenale Wout Van Aert, che ha attaccato tutto il giorno (dopo aver condotto un Tour semplicemente pazzesco!) e ha saputo dare il là all’attacco vincente di Vingegaard a ridosso dell’arrivo.

Ciccone primo sull’Aubisque – In un’edizione davvero molto povera di soddisfazioni per i colori italiani, Giulio Ciccone si prende una vetta leggendaria (l’Aubisque) e prova l’ennesimo attacco assieme ad altri. Tra questi c’è l’immancabile maglia verde di Wout Van Aert.

Pogacar allunga a ripetizione, ma Vingegaard lo segue come un’ombra – Sulla seconda salita di giornata (Spandelles), di questa diciottessima frazione, da Lourdes ad Hautacam (143,2 km), s’infiamma la gara. Brandon McNulty tira il gruppetto dei big, ma quando ancora mancano più di 40 km al termine, il suo capitano Tadej Pogacar rompe gli indugi con uno scatto prepotente! E’ il segnale che la sfida è accesa. Vingegaard si riporta immediatamente sullo sloveno, mentre davanti il gruppo degli attaccanti si è già frazionato sotto i martellanti colpi di Van Aert, che si porta a spasso Dani Martinez e Thibaut Pinot. Proprio il transalpino cerca invano di forzare per dare lustro al suo Tour e a quello di tutti i francesi all’asciutto di successi parziali dal 26 giugno 2021, Julian Alaphilippe a Landerneau! Lo spettacolo sale di tono e Pogacar prova un secondo e poi ancora un terzo scatto, ma Vingegaard non gli lascia nemmeno un centimetro! Rientra anche Sepp Kuss e Geraint Thomas, il “terzo uomo” di questo Tour. Proprio il gallese prova ad anticipare i due che lo precedono nella Generale, ma la progressione del vincitore del Tour 2018 è di breve durata, in quanto Pogacar come un rapace si avventa su di lui, sempre con la maglia gialla a ruota. I due sono nuovamente da soli. In cima, passa per primo Van Aert.

La discesa da brividi di Tadej e Jonas, e il gesto nobile della maglia gialla – I tre davanti hanno un margine di un minuto su Lutsenko, Teuns e Verona, ma è alle loro spalle che è spettacolo allo stato puro. Pogacar aggredisce le tortuose curve e costringe Vingegaard a un numero da brividi: il danese, in una curva a sinistra, rischia di finire a terra, ma con grande padronanza riesce ad evitare per un soffio la caduta. Cosa che non riesce pochi attimi dopo allo stesso Pogacar, che finisce per terra, provocandosi escoriazioni alla gamba sinistra. La maglia gialla aspetta il rientro della maglia bianca, che ringrazia con una stretta di mano. Chapeau!

Hautacam esalta Vingegaard e la Jumbo – Nel tratto che precede l’ultima asperità, Vingegaard si ritrova oltre Kuss anche Tiesj Benoot, che faceva parte della fuga. Con due compagni a tirare e uno (come Van Aert in testa) Vingegaard inizia in totale controllo l’ultima salita pirenaica della 109esima edizione del Tour. Sono 13,2 km al 7,8% e i primi tre hanno ancora un vantaggio di poco superiore ai 2′. Benoot tira per i primi due chilometri e poi lascia il testimone a Kuss. Ai -9,2 Van Aert attacca e solo Dani Martinez riesce ad accodarsi, addio sogni di gloria per Pinot. Nel momento in cui Kuss, Vingegaard, Pogacar raggiungono Lutsenko e Verona, si stacca Thomas (-7,6). Il vantaggio dei due battistrada è ridotto ormai a soli 27″ (-7) e ai -5,3 sono tutti assieme. Si stacca subito Kuss, e Van Aert, inesauribile, continua con un forcing asfissiante. Il momento decisivo è vicino e Vingegaard rimane da solo (-4,4), finiscono le residue speranze di Pogacar di ribaltare il Tour. Gli ultimi km sono una marcia trionfale della maglia gialla che va a prendersi il secondo successo personale dopo l’impresa sulle Alpi e coronare un lavoro di squadra perfetto. Pogacar perde 1’04”, quindi Van Aert a 2’10” e Thomas a 2’54”. Il Tour è nelle mani di Vingegaard, che va a prendersi pure la maglia a pois.

Podio già deciso – Jonas Vingegaard porta a 3’26” il vantaggio su Pogacar, Thomas sempre 3° a 8’00”.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.

2 pensiero su “Il sigillo di Vingegaard ad Hautacam”

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