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Voleva a tutti i costi disputare il Giro d’Italia e in qualche modo era riuscito a convincere i tecnici della Bahrain McLaren. Per Damiano Caruso l’obiettivo sarebbe stato quello di far bene nelle tappe in Sicilia, e perchè no, indossare la maglia rosa proprio nelle sue strade, tra la sua gente. Senza ambizioni di classifica, però, riservando le forze per il Tour, da correre in appoggio a Mikel Landa. Dopo lo stop le cose sono cambiate: correrà solo il Tour de France e non prenderà parte alla corsa rosa, per correre le Classiche delle Ardenne, programmate proprio nel periodo in cui si disputa il Giro d’Italia. La stagione del 32enne di Ragusa riprenderà dalla Vuelta Burgos, in programma dal 13 al 17 agosto.

«Il ritorno alla normalità – racconta Damiano Caruso in una intervista esclusiva rilasciata a Nunzio Currenti per il giornale La Sicilia – dà un senso anche di sollievo perché abituato a fare un tipo di allenamento e ritrovarsi chiusi a casa non è stato bello. Ritornare in bici, potersi allenare fuori, dà un senso di libertà. Quindi sono ritornate motivazioni in vista degli appuntamenti che ci saranno».

C’è un pizzico di emozione nel suo racconto, c’è la voglia di ripartire, di riannodare i fili di una stagione stoppata sul nascere dalla pandemia e che si sta avvicinando alla fase clou con due mesi di allenamenti intensi prima delle gare ufficiali di agosto. «Nella prima settimana – continua – lavoreremo sul fondo, chiuderemo con quasi 20mila metri di dislivello e 30
ore di bici. La prossima, invece, mi concentrerò su forza e intensità. Scalati tutti i versanti dell’Etna. Domani effettueremo un giro, con 4 mila metri di dislivello, si arriva a Mongiuffi e si tornerà indietro da Francavilla, Castiglione di Sicilia, Linguaglossa per risalire al Rifugio».

All’orizzonte c’è l’ennesimo assalto al Tour che l’ha visto protagonista in veste di gregario e anche di capitano. «Ho un calendario di massima, andrò in ritiro con la squadra a luglio ad Andorra, correrò la Vuelta Burgos. E, poi Tour de France, questa scelta esclude il Giro. Sarà un Tour molto duro, con
tante salite, ci sarà la possibilità di ben figurare».

Intervista a Damiano Caruso

Damiano Caruso (classe 1987) professionista dal 2009

Salta, quindi la possibilità di partecipare al Giro che parte dalla Sicilia (quattro tappe, probabile cronoprologo da Palermo il 3 ottobre). «Parte dalla mia Sicilia, è un peccato. Avevo messo in mirino una vittoria di tappa, ma pazienza. Stiamo vivendo una situazione sensazionale, non dipende da nessuno. Guardiamo avanti, pensiamo a fare un grande Tour de France. Mi aspetto che tutti i corridori arrivano lì al top della condizione».

Caruso e la Sicilia, un rapporto d’amore vero. Damiano vive con la sua famiglia a Ragusa, non ha mai lasciato la sua terra. «Il Giro di Italia può essere una pubblicità importante per la mia Sicilia, un documentario in piena regola per un rilancio necessario del turismo in una fase così critica come quella che viviamo».

In questo mini ritiro Damiano si allena col professionista di Vittoria, Francesco Romano. «Mi sarebbe piaciuto – conclude Caruso parlando di Romano – avere un riferimento, qualcuno che potesse insegnarmi. Francesco è un ragazzo bravo, intelligente e voglia di fare. Non vedo perché non debba condividere le mie esperienze con lui. Ha voglia e ne potrà trarre solo vantaggi. Gli servirà per il futuro».

Di Redazione

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