di Ettore Ferrari
Tadej Pgacar si conferma fuoriclasse assoluto, scrivendo il proprio nome sull’albo d’oro della classicissima d’autunno. Il dominatore degli ultimi due Tour de France, se ne è andato tutto solo a 36 km dall’arrivo ed è stato ripreso da un eccezionale Fausto Masnada che, però, ha dovuto inchinarsi nella volata a due.
Percorso – Il mondiale d’autunno chiude una stagione intensa ed è una sfida stellare con tanti campioni a giocarsi l’ultimo Monumento del 2021. Partenza da Como e arrivo a Bergamo dopo 239 km. Sono 7 le salite in programma (con un dislivello di 4.400 metri). Si inizia con la leggendaria Madonna del Ghisallo (8,6 km al 6,2%, max 14%) praticamente subito dopo il via, e si prosegue con la Roncola (9,4 km al 6,6%, max 17%), Berbenno (6,8 km al 4,6%, max 8%), Dossena (11 km al 6,2%, max 11%), Zambla Alta (9,5 km al 3,5%, max 10%), Passo di Ganda (9,2 km al 7,3%, max 15%) e, infine, Colle Aperto (1 km all’8%, max 12%).
Cronaca – La fuga da lontano è composta da 10 atleti: Victor Campenaerts, Mattia Bais, Domen Novak, Thomas Champion, Jan Bakelants, Chris Hamilton, Tim Wellens, Andrea Garosio, Davide Orrico e Amanuel Ghebreigzabhier. Dietro, il gruppo controlla con gli uomini della Israel tra i più attivi. L’azione dei coraggiosi si esaurisce scendendo da Zambla Alta, a poco più di 50 km dalla conclusione. Chiaro che la sfida tra i big si giocherà sul Passo di Ganda (penultima ascesa di giornata).
Nibali prova, Pogacar risponde e va via – Tiesj Benoot scandisce il ritmo in testa al gruppo sulle prime rampe. Il belga del Team DSM lavora per Romain Bardet, molto attento l’iridato Alaphilippe e Joao Almeida, mentre Evenepoel (altro grande favorito della vigilia) è, stranamente, più indietro. Ai -38 Evenepoel è già in coda al gruppo! In testa, guizzo di Vincenzo Nibali. Il campione messinese, già due volte primo in questa classica, attacca con forza quando mancano 37,4 km all’arrivo (poco più di cinque alla vetta). Nessuno risponde, poi il tentativo si esaurisce (-36,6). Ma Nibali non si dà per vinto e rilancia, questa volta risponde in prima persona Tadej Pogacar. Lo sloveno riprende in un amen il siciliano con Bardet e Sivakov, poi riparte involandosi in solitaria. Mancano 36 km all’arrivo, ma per il fenomeno dei Balcani non è certo un problema.
Pogacar insiste, Masnada si supera in discesa – Alle spalle di Pogacar, si forma un gruppetto di nove uomini: Alaphilippe e Masnada (Deceunick); Bardet (DSM); l’inossidabile Valverde (Movistar); Adam Yates (Ineos), Gaudu (Groupama); Woods (Israel); Roglic e Vingegaard (Jumbo-Visma). Proprio Roglic, dominatore nell’ultima settimana di Giro dell’Emilia e Milano-Torino, sembra piuttosto in difficoltà e incapace di opporre una reazione degna di questo nome. Alaphilippe scalpita, ma teme Yates e “nonno” Valverde. Così, Pogacar supera gli ultimi due durissimi chilometri e passa in vetta con 30″ vantaggio. Discesa e subito parte Fausto Masnada all’inseguimento. Inizia la parte tecnica con numerosi tornanti e Pogacar mantiene il margine sul drappello Alaphilippe & co., mentre Masnada si rende protagonista di una prestazione straordinaria, lui, bergamasco, che conosce a menadito queste strade. L’alfiere della Deceuninck corona il suo inseguimento riportandosi sul battistrada ai -16; inseguitori a 46″. Masnada dà un paio di cambi, poi, probabilmente in accordo con l’ammiraglia, si mette a ruota. Il distacco cala a 36″ (-10,5), ma proprio nel momento in cui sembra che gli inseguitori possano rientrare, questi ultimi inziano a scattarsi in faccia facendo il gioco dei corridori davanti.
Pogacar vince e si porta a casa la seconda Monumento – Sull’ultimo strappo (Colle Aperto), Pogacar prova a staccare l’italiano, che resiste bene tra due ali di folla impazzita per il proprio conterraneo ad un passo da un risultato storico. Dietro, ormai, hanno alzato bandiera bianca e lottano escluisvamente per il gradino più basso del podio. Restano gli ultimi 3,2 km per arrivare in città e i due di testa si giocano la vittoria senza patemi. Pogacar sempre in testa, Masnada in scia, ma lo sloveno è troppo più forte (e veloce) e taglia per primo il traguardo. Incredibile la facilità e la naturalezza con le quali questo prodigio della natura sta costruendo mattone dopo mattone un palmarès incredibile. Quest’anno, dopo la Liegi-bastogne-Liegi, ecco Il Lombardia: un’accoppiata regale riuscita per ultimo a Moreno Argentin (1987) e prima a Eddy Merckx (1971-72). Se allarghiamo il discorso ai GT, Pogacar nel 2021 ha vinto (dominando) il Tour de France; ebbene l’ultimo a conquistare nella stessa stagione un GT e 2 classiche Monumento era stato (manco a dirlo) il solito Merckx (nel 1973 vinse Vuelta e Giro, Parigi-Roubaix e Liegi). Numeri sensazionali, numeri incredibili per un campione che ha ancora solo 23 anni!
Yates si prende il podio, Valverde 5° – Adam Yates e Primoz Roglic rientrano in piena volata e in progressione superano gli altri, giungendo rispettivamente 3° e 4° a 51″; poi l’eterno Alejandro Valverde (non dimentichiamo che ha 41 anni e mezzo, e che poco più di un mese fa ha avuto la frattura della clavicola), Alaphilippe, Gaudu, Bardet e Woods; Sergio Higuita a 2’25” chiude la top-ten, precedendo Nairo Quintana, Valter, Nibali, Vingegaard, Fortunato e Nelson Oliveira. Infine, un altro dato: i top-five della Liegi oggi hanno concluso tutti in top-ten: Pogacar sempre primo; Alaphilippe rispettivamente 2° e 6°; Gaudu 3° 7°; Valverde 4° e 5°; Woods 5° e 9°.