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di Ettore Ferrari

Un’impresa, quella che ha realizzato oggi Damiano Caruso sull’ultimo arrivo in salita del Giro 2021, dopo tre settimane da protagonista assoluto. Bernal, aiutato da un incredibile Dani Martinez, si gestisce bene e chiude secondo all’arrivo e ipoteca il successo finale. Domani gran finale con una cronometro.

Cronaca – 20esima e penultima fatica, Verbania – Valle Spluga/Alpe Motta (164 km), del Giro d’Italia n. 104 con tre colli di prima categoria: dopo 82,5 km di corsa si inizia a scalare il San Bernardino, lungo ben 23,7 km ma molto pedalabile, visto che la pendenza media è del 6,2%; si prosegue con il Passo dello Spluga/Splugenpass, che misura 8,9 km (pendenza media del 7,3% – max 12%); dopo 21,8 km di discesa, si arriva ai piedi di Valle Spluga/Alpe Motta, una salita di 7,3 km al 7,6% (max 13%).

Forcing DSM sul San Bernardino e attacco in discesa con Bilbao-Caruso – La fuga di oggi, inizialmente composta da nove unità, si dimezza sulla prima salita dove restano al comando in cinque: Louis Vervaeke, Simon Pellaud, Giovanni Visconti, Felix Großschartner e Vincenzo Albanese. Romain Bardet mette in testa i suoi uomini, che poi nella spettacolare discesa del San Bernardino attaccano decisi. Vanno via in tre della DSM: Chris Hamilton, Michael Storer e lo stesso Bardet. Il transalpino è sesto nella Generale e va a caccia di un successo parziale e di un posto migliore in classifica. Dal gruppo si avvantaggiano pure due sagome rosse, sono Pello Bilbao e Damiano Caruso. Il ragusano è lestissimo a sfruttare l’occasione di provare a scalfire il trono di Bernal. I cinque al comando vengono raggiunti dal trenino DSM (-48,6) e un chilometro più avanti anche la coppia Bahrain-Victorious si accoda.  

All’inizio della seconda ascesa in programma i dieci al comando hanno 24” sul gruppo. Momento delicato per la Ineos, che sullo Splugenpass perde vagoni e restano i soliti fedelissimi Castroviejo e Martinez a scortare la maglia rosa. Rimangono in quattro al comando. In vetta, passa per primo Bardet, ma grande il lavoro di Storer e Bilbao, mentre Caruso accarezza l’idea della giornata della vita. Tutti gli altri si sono già staccati. Bernal & co. hanno 40” di ritardo.

Caruso super! Testa e gambe da campione – Lunga discesa prima di attaccare l’ultima salita di questo Giro. Margine praticamente immutato ed ecco le prime rampe dell’Alpe Motta. Ai -7,4 si staccano quasi in contemporanea Storer davanti e Castroviejo nel gruppo. Ultime tirate in testa per Pello Bilbao, che si sposta (-6,5) e riceve la pacca sulla spalla da Caruso, per una vita gregario che sa più di ogni altro cosa significa lavorare per un compagno di squadra. Dietro, ecco gli “occhi della tigre” di Dani Martinez, che tiene un ritmo indiavolato che sgretola il già ristretto gruppo rimasto all’inseguimento. Il colombiano recupera secondi, ma Caruso mantiene una lucidità impressionante, nonostante Bardet non gli dia nemmeno un cambio. Così si arriva sotto lo striscione degli ultimi 2 km e Damiano allunga! Una strattonata e via, Bardet schiantato, incapace di opporre una reazione. Bernal esce dalal scia di Martinez, mentre Yates ha già mollato. Il palcoscenico è tutto per Caruso che suggella un Giro incredibile, mettendo in cassaforte un secondo posto fantastico e realizzando l’impresa più bella della sua lunga carriera. Bernal è secondo a 24”, poi Martinez e Bardet a 35”, Joao Almeida a 41”, Yates a 51”, Vlasov a 1’13” e Carthy a 1’29”.

Bernal, le mani sul Giro – Domani una cronometro pianeggiante di 30 km chiuderà la corsa con Bernal che ha ormai il Giro in tasca con 1’59” su Caruso e 3’23” su Yates. Quasi impossibile che cambi l’ordine del podio.

La felicità di Caruso – Significative le parole del siciliano dopo la splendida vittoria: “Penso di essere l’uomo più felice del mondo, in questo momento. Ho avuto la mia giornata da campione”.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.