Il 2 gennaio, ogni 2 gennaio il mondo dello sport commemora la scomparsa del più grande di tutti, Fausto Coppi. Il Campionissimo ci lasciava nel 1960 a causa della malaria contratta durante un safari in Africa. Coppi è diventato un simbolo di eccellenza sportiva, innovazione e determinazione.
I successi – Di Fausto Coppi restano le imprese sportive: primo ciclista a realizzare la doppietta Giro – Tour nello stesso anno, nel 1949 e 1952. Per cinque volte sul gradino più alto al Giro d’Italia, due volte al Tour de France. Al Giro di Lombardia ha trionfato per cinque volte, record assoluto eguagliato nel 2025 da Tadej Pogacar. Tre Milano Sanremo, una Parigi Roubaix e tanto, tanto altro. Ai successi su strada Coppi univa anche quelli su pista: due vittorie mondiali nell’inseguimento individuale e il Record dell’Ora coprendo sulla pista del Velodromo Vigorelli 45,798 chilometri. Un’impresa realizzata il 7 novembre 1942, in piena guerra.
Mondiale e Dama bianca – Il campionato del mondo di Lugano del 1953 non solo rappresenta l’unica vittoria mondiale su strada di Fausto Coppi, ma anche l’inizio di una storia d’amore italiana tra le più controverse. Alla premiazione finale alle spalle del neo campione del mondo si materializza una donna vestita di bianco, lei è Giulia Occhini. Per i giornalisti e per l’Italia intera diventerà la “Dama bianca”. Un amore intenso, ma osteggiato da più parti in virtù del fatto che Giulia Occhini era sposata e all’epoca la bigamia era un reato punito con il carcere; nonostante ciò, il carisma e il talento di Coppi continuarono a farlo amare dal pubblico.
Conclusione – Fausto Coppi è molto più di un semplice ciclista; è un simbolo di passione, determinazione e innovazione. La sua eredità continua a ispirare atleti e amanti dello sport in tutto il mondo. Ancora oggi, il suo nome è sinonimo di eccellenza e rappresenta un capitolo indimenticabile nella storia del ciclismo, rendendolo un vero e proprio mito.