di Ettore Ferrari
Semplicemente mostruoso, Remco Evenepoel inarrestabile nella sua ascesa all’olimpo del ciclismo, scrive a Wollongong una nuova pagina della sua ancor breve ma già intensa e ricca carriera, laurenadosi da autentico dominatore campione del mondo 2022.
Colpo di scena: si ritira Van der Poel! – Il campionato del mondo torna nel Nuovo Continente 12 anni dopo la vittoria di Thor Hushovd. Un percorso di 266,9 km con partenza da Helensburg con un tratto in linea, prima del tradizionale circuito. Sulla salita del Mount Kira (8,7 km al 5%) abbandona Mathieu Van der Poel! La notizia ha dell’incredibile, si saprà più tardi che il neerlandese ha avuto una notte turbolenta: svegliato dalle urla di un gruppo di ragazzini, pare si sia indispettito a tal punto da avere anche una colluttazione. Fatto sta che è stato portato via dalla polizia, poi dietro cauzione rilasciato, ma gli è stato ritirato il passaporto e martedì dovrà pure comparire dinanzi a un giudice. Pazzesco!
La fuga va e Battistella c’è – Nell’attacco che caratterizza la prima fase con tanti corridori di terza fascia, rientra anche il nostro Samuele Battistella, protagonista alla Vuelta di numerosi attacchi. Proprio sulla salita la Francia seleziona il gruppo dei favoriti, dietro restano Alaphilippe, Evenepoel, Matthews, Girmay e Bettiol. Poi, il ricongiungimento.
Ai -70 la svolta – Ancora la Francia muove le acque con Pacher, Senechal e Bardet che allungano sulla salita di Mount Pleasant (1,1 km al 7,7% max 14%). Il gruppo si spezza e all’inseguimento del gruppo Battistella si forma un altro gruppo numeroso con i francesi, ci sono tre belgi, Evenepoel, Hermans e Dewulf, e i due azzurri Conci e Rota. Rimangono nel resto del gruppo gli altri big.
Si ricompattano il primo e il secondo gruppo, il grosso del gruppo dorme – Corsa velocissima, senza un attimo di respiro, pur non essendo un circuito impossibile (poco più di una kermesse). I primi due gruppi si riuniscono e a 35 km dalla conclusione Evenepoel rompe gli indugi.
Remco stacca tutti e vola verso l’iride – Poco prima dell’inizio del penultimo giro Evenepoel accende il gas e solo Alexey Lutsenko gli rimane a ruota. Il gruppo continua nel suo torpore, Pogacar non si vede e nemmeno Van Aert, bloccato dalla ragion di squadra. Anche la nazionale padrona di casa, l’Australia, non reagisce. Mentre Evenepoel vola letteralmente e sullo strappo lascia sui pedali Lutsenko e rimane da solo (-25,7). È l’inizio di una fantastica cavalcata verso la maglia di campione del mondo. Il palcoscenico è tutto suo. Bravo Lorenzo Rota che rimanere con i primi inseguitori, che poi rientrano su Lutsenko. Il gruppo scivola a due minuti e mezzo! Potente e deciso Remco domina la scena si gode il finale.
Mondiale Elite 4 anni dopo il successo tra gli juniores – Nel 2018 era diventato campione del mondo tra gli juniores, adesso Evenepoel, a distanza di soli quattro anni (e dopo aver saltato la categoria under-23), si prende la maglia iridata tra i grandi. Solo lo statunitense Greg Lemond prima era riuscito a vincere il mondiale in linea nelle due categorie (guarda caso alle stesse età di Remco: 18 anni da junior e 22 da pro’). Il gruppetto inseguitore si controlla e in piena volata viene infilzato dal ritorno del gruppo per giocarsi le altre medaglie. La spunta Christophe Laporte (a coronamento della sua migliore stagione) su Michael Matthews (terzo podio iridato dopo l’argento nel 2015 e un altro bronzo nel ’17). Ai piedi del podio Van Aert, poi 5° Matteo Trentin, 6° Alexander Kristoff, 7° Peter Sagan, 8°Alberto Bettiol, 9° Ethan Hayter e 10° Mattias Skjelmose Jensen; 13° Rota. Tutti con un ritardo di 2’21”, un’enormità al mondiale. Era dal 1968 (trionfo di Vittorio Adorni con 9’50” sul secondo!) che non si vedeva un distacco maggiore.
Van Aert sorride, ma mastica amaro – Ancora una volta, l’ennesima, Wout Van Aert fallisce un grande obiettivo in questi ultimi due anni, certo davanti c’era l’altro capitano, ma per lui oggi è un’amara sconfitta.
Stagione perfetta per Remco Evenepoel che, può a pieno titolo, essere considerato il numero 1 dell’anno con i convincenti trionfi alla Liegi-Bastogne-Liegi (prima Monumento in carriera), la Clasica di San Sebastian, la Vuelta a Espana (primo successo in un GT, 44 anni dopo l’ultima vittoria belga) e adesso il Mondiale, 10 anni dopo l’ultimo acuto belga con Philippe Gilbert.
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