Mark Cavendish chiude la sua straordinaria carriera ciclistica. Il britannico (classe 1985) è uscito di scena vincendo il Singapore Criterium, gara organizzata dal gruppo organizzatore del Tour de France. Non è un caso che Cannonball avesse il dorsale 35, numero delle sue vittorie parziali alla Grande Boucle, record assoluto raggiunto nell’edizione 2024 con la volata vincente sul traguardo di Saint Vulbas.
Carriera – Numeri pazzeschi quelli di Cavendish. Nel suo preziosissimo palmares figurano vittorie parziali in tutti e tre i grandi Giri: 35 al Tour de France, 17 al Giro d’Italia e 3 alla Vuelta a Espana. Tra le Classiche Monumento la Milano Sanremo 2009, con la strepitosa rimonta negli ultimissimi metri di gara su Heinrich Haussler. E poi il titolo mondiale di Copenaghen del 2011. Unica maglia iridata su strada per Cavendish, che si unisce alle tre conquistate su pista. Nel mondiale di Doha 2016 sarebbe potuto arrivare il bis iridato, ma nella volata finale trova un monumentale Peter Sagan a mettergli la ruota davanti.
Giochi olimpici – Cavendish arriva vicino all’oro a Rio de Janeiro. Nelle quattro prove dell’omnium combatte contro un Elia Viviani in versione supereroe. Il ciclista italiano sembra imbattibile, ma nell’ultima delle quattro prove una caduta, dovuta a un contatto proprio con Cavendish, sembra metterlo fuori gioco. Viviani si rialza e conquista quanto gli è dovuto: una medaglia d’oro brillantissima. Cavendish sale sul secondo gradino del podio a conclusione di una sfida da tramandare ai posteri per emozioni e intensità.
Nella sua ventennale carriera Cavendish ha lasciato un segno indelebile: non è stato solo uno dei migliori velocisti della storia del ciclismo, ma col suo animo da lottare ha saputo incarnere quelle che è l’essenza del ciclismo.