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di Ettore Ferrari

Al termine di una spettacolare fuga solitaria, Damiano Caruso firma un’autentica impresa nella Puerto Lumbreras – Alto de Velefique (188 km), nona tappa della Vuelta a Espana. Il ragusano – andato in fuga con Bardet e altri – ha innestato il turbo quando ancora il traguardo era lontanissimo e ha resistito al ritorno nel finale dei big della classifica. Roglic e Mas staccano Bernal.

Cronaca – Una frazione estremamente difficile con ben 4 salite (l’ultima di categoria Especial). Dopo vari tentativi, si forma un drappello di undici attaccanti con Romain Bardet e Damiano Caruso. Il siciliano della Bahrain-Victorious è smanioso di impresa e attacca a 71 km dal termine! Manca ancora tantissimo e Caruso molla la compagnia lungo l’interminabile ascesa dell’Alto Collado Venta Luisa. Ha inizio un’azione straordinaria del 34enne azzurro.

Caruso insiste e firma l’impresa – Sulla penultima salita (-28,9 km), Caruso transita con 2’23” su un quartetto tirato da un generoso Bardet; il gruppo maglia rossa è a 4’20”. In discesa, Caruso dilaga il margine portandolo a 3’30” su Bardet & co. e 5’06” sul gruppo a 11 km dal termine. La salita conclusiva è già iniziata, Bardet è attardato da un guasto meccanico. Dopo che la Jumbo-Visma ha tirato per lunghi tratti, spazio alla Ineos. Intanto, Mikel Landa salta e dice addio, per l’ennesima volta in carriera, ai sogni di aggiudicarsi un GT. Roglic è nella morsa Ineos (A.Yates e Bernal) e Movistar (Mas e Lopez), ma non sembra avere timori. La sensazione è che lo sloveno padali sul velluto. E infatti dopo un allungo di Carapaz e un altro di Yates, Roglic con il solo Mas a ruota inizia il forcing. Yates aspetta Bernal, ma si vede che l’ultimo vincitore del Giro non ha il passo dei giorni migliori e si stacca diverse volte prima di perdere definitivamente contatto anche da Yates (non sarebbe il caso in casa Ineos di dare i gradi di capitano al britannico?), Haig e Lopez.

Roglic allunga, Bernal in affanno, affonda Landa – Damiano Caruso si regala una splendida vittoria che illumina il suo splendido 2021 (tappa e podio al Giro d’Italia) e regala all’Italia una gioia di tappa alla Vuelta che mancava da 3 anni (16 settembre 2018) con Elia Viviani, vincitore a Madrid dell’ultima frazione. Per Caruso anche la soddisfazione di indossare la maglia a pois di miglior scalatore. Roglic (6″ di abbuono) a 1’05” precede di 1″ Enric Mas (4″ di abbuono); a 1’44” Haig, Lopez e Yates. Giulio Ciccone si difende come può, ma perde ancora terreno (2’10”) e arriva con Egan Bernal. Landa crolla a 5’04”.

Classifica generale – Roglic ha 28″ su Mas, 1’21” su Miguel Angel Lopez, 1’42” su Haig, 1’52” su Bernal, 2’07” su Adam Yates, 2’39” su Ciccone, 7° e primo degli italiani. Damiano Caruso risale in 15esima posizione (a 5’35”), subito dopo Fabio Aru (a 4’46”).

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.