di Ettore Ferrari
Come nella passata stagione, l’Amstel Gold Race si conclude con un incertissimo sprint a due, che ha premiato l’esperienza di Michal Kwiatkowski su Benoit Cosnefroy. I due si sono partiti nell’ultimo giro e non sono stati più ripresi dal gruppetto che si era involato sul Keutenberg. Tiesj Benoot completa il podio, mentre Van der Poel deve accontentarsi del quarto posto.
Cronaca – Dopo l’intermezzo dello scorso anno (“soli” 216 km), la classica orange torna al suo chilometraggio standard con i suoi 254,1 km. Partenza da Maastricht e arrivo a Valkenburg con ben 33 cotes (!), un numero elevatissimo da far girare la testa, anche se si tratta spesso di strappi meno duri e con una lunghezza inferiore rispetto alle cotes delle classiche ardennesi e ai muri fiamminghi. Il nome più gettonato non può che essere quello di Mathieu Van der Poel, splendido vincitore una settimana fa del Giro delle Fiandre, che proprio in questa classica si è imposto tre anni fa emulando il successo del padre Adri (1990). Oggi è anche il giorno dell’ultima recita in questa corsa di Philippe Gilbert, che questa corsa l’ha dominata per ben 4 volte (2009-10-14-17) e che sul muro simbolo, il Cauberg, ha costruito le sue vittorie non solo in questa classica, ma anche al Mondiale 2012. La fuga di giornata è composta da: Emils Liepins (Trek-Segafredo), Owain Doull (EF), Johan Jacobs (Movistar), Ide Schelling (Bora-hansgrohe), Aaron Van Poucke (Vlaanderen Baloise), a cui si aggiungono (-84) Nathan Van Hooydonck (Jumbo-Visma) e Victor Campenaerts (Lotto Soudal); faceva parte della fuga anche Luca Rastelli (Bardiani Csf-Faizanè), ma si è perso strada facendo. Il gruppo non lascia troppo spazio. Scelling e Campenaerts si staccano ai -59, mentre ormai il gruppo è segnalato a meno di un minuto dai fuggitivi.
Il Keutenberg lancia i migliori – La Ineos prende decisamente le redini della corsa con ben quattro componenti in testa al gruppo. Dopo il Kruisberg, restano in testa solamente Doull, Jacobs e Van Hooydonck: i primi due vengono riassorbiti ai -45,5; stessa sorte per l’alfiere della Jumbo-Visma ai -44,4. Ineos sempre a tutta, con Michal Kwiatkowski, che ha un particolare feeling con questa corsa (vincitore nel 2015, 2° nel 2017) e Tom Pidcock, che non ha digerito la delusione dello scorso anno (battuto al fotofinish da Wout Van Aert). Sul Keutenberg fiammata di Tiesj Benoot (-34) che lancia in avanscoperta i migliori. Van der Poel, dapprima resta sorpreso, poi con una progressione delle sue si riporta davanti con il veloce e temibile Michael Matthews nel gruppo che si forma dopo lo strappo. Si forma un drappello di undici unità: Kwiatkowski e Pidcock (Ineos), Van der Poel (Alpecin-Fenix), Matthews (BikeExchange), Stefan Kung (Groupama), Dylan Teuns (Bahrain-Victorious), Kasper Asgreen (Quick Step-Alpha Vinyl), Alexander Kamp (Trek-Segafredo), Marc Hirschi (UAE), Benoot (Jumbo-Visma) e Benoit Cosnefroy (Ag2r-Citroen).
Cauberg non decisivo – Solo un attacco telefonato di Marc Hirschi sullo storico strappo (-24,3), con Asgreen che chiude. Una fiammata di Pidcock, ma gli undici rimangono tutti assieme. Tuffo verso il traguardo, da cui si passa per un’ultima tornata (senza il Cauberg). Proprio poco prima del passaggio allunga Kwiatkowski (-21,5). Il polacco guadagna subito qualche secondo, dietro si controllano, poi parte forte solo Cosnefroy (-19,5), che rientra sul penultimo muro di giornata, il Geulhemmerberg (1000 m al 6,2%). Nemmeno il Bemelerberg (900 m al 4,6%) cambia la sostanza con il tandem franco-polacco in testa e il gruppetto Van der Poel che non riesce a ricucire. Una bella quanto tardiva e inefficace progressione di MVDP sotto i -2, dettata più dal cuore che dalla ratio, non produce alcunché. Si arriva così alla volata a due.
Sprint serrato, attimi di dubbio, prima la vittoria a Cosnefroy, poi il verdetto che premia “Kwiato” – Il francese (bronzo a Trento allo scorso Campionato Europeo) è meno veloce dell’esperto polacco. Cosnefroy è in testa e lancia lo sprint al cartello dei 200 metri, parte forte, ma Kwiatkowski risponde, lo affianca ed entrambi terminano quasi appaiati sulla linea d’arrivo. Il transalpino intuisce di aver perso e ha un gesto di stizza, ma subito dopo un’errata comunicazione di radiocorsa gli attribuisce la vittoria. Attimi di felicità nel team con il vecchio Van Avermaet che condivide il successo del giovane compagno. Poi, ecco il fotofinish, dal quale appare subito evidente che il colpo di reni di Kwiatkowski è quello vincente! Seconda vittoria per il 32enne alfiere della Ineos, che può festeggiare, mentre Cosnefroy ricade nella delusione.