Lo aspettavamo tutti e lui, Tadej Pogacar, non tradisce le attese e si prende anche il Giro dell’Emilia in questo 2024 che definire stellare è addirittura riduttivo. Lo sloveno ha staccato tutti sul primo dei cinque passaggi al San Luca, il punto nevralgico della classica emiliana, ed è volato via nella pioggia autunnale conquistando il primo successo da campione del mondo alla prima uscita dopo la straordinaria impresa di Zurigo.
Sfida a tre? – I nomi più gettonati alla partenza sono, oltre al neo iridato Pogacar (secondo nelle ultime due edizioni), Remco Evenepoel, doppio campione olimpico, e naturalmente Primoz Roglic, che su queste strade ha scritto la storia: 3 vittorie (2019-21-23) a cui aggiungere quello nella crono inaugurale del Giro d’Italia 2019. La gara scivola via fino al primo approccio alla mitica ascesa sul San Luca, iconica salita della capitale emiliana.
Pogacar saluta tutti e vola via al primo assalto sul San Luca – Primo assalto al San Luca (1.900 metri al 10,5%, con punte che sfiorano il 18% nella “curva delle orfanelle”) e, dopo alcune scaramucce con Evenepoel in rampa di lancio, Tadej Pogacar allunga! Il campione del mondo vola via leggiadro senza nemmeno alzarsi sui pedali, lasciando per l’ennesima volta nella sua incomparabile carriera tutti al gancio. Prova Matteo Jorgenson a resistere, ma l’americano rimbalza subito, Remco si squaglia, Roglic non pervenuto. Corsa già decisa!
Una cavalcata di 37 km – Il Giro dell’Emilia edizione 107 si decide a 37,7 km dall’arrivo, un’altra splendida cavalcata solitaria del fenomeno sloveno, che nel diluvio e nella nebbia scrive una nuova pagina della sua straordinaria carriera di super del pedale. Una classica che su questo tracciato (bellissimo) si è sempre decisa al massimo nelle ultime due tornate. Pogi l’ha fatta sua addirittura al primo dei cinque passaggi sul San Luca. Dopo soli duecento metri all’attacco (primo passaggio sulla linea d’arrivo) ha già fatto il vuoto. La solita, straordinaria lucida follia di un fuoriclasse che continua imperterrito a scrivere la storia del ciclismo. Il vantaggio sui primi inseguitori aumenta giro dopo giro. Si corre per il secondo posto.
Pogi come Bugno: Emilia in maglia iridata – Dopo 215,3 km di corsa, Pogacar conclude da trionfatore. Prima di Pogacar, solo Gianni Bugno, nel 1992, era riuscito a vincere questa classica da campione del mondo. Dopo una generosa prova all’inseguimento (si fa per dire…) di Florian Lipowitz, partito durante il secondo passaggio sul San Luca e ripreso nelle ultime durissime centinaia di metri, la volata dei terrestri è appannaggio di un ritrovato Thomas Pidcock sul promettente Davide Piganzoli, classe 2002 e tanta voglia di emergere, e Michael Woods (38 anni!). Il ritardo? Quasi 2′! Precisamente 1’54”, un abisso davvero. A 2’02” Simon Yates è buon quinto, poi 6° Roger Adrià a 2’04”, 7° Wilco Keldermann, 8° Enric Mas a 2’08”, 9° Archie Ryan a 2’13”, 10° Lorenzo Fortunato a 2’15”; solo 20° Lipowitz a 2’37”, crollato proprio in vista dell’arrivo. Roglic ed Evenepoel ritirati.