Nella nebbia di Covadonga spunta Soler – O’Connor mantiene la roja per 5″!

Si riprende dopo il secondo giorno di riposo. Sedicesima tappa, una delle più attese, da Luanco ai Laghi di Covadonga (181,5 km), traguardo iconico della massima corsa a tappe iberica. Ma, prima dell’ultima ascesa, due Gpm di prima categoria: il Mirador del Fitu con punte al 12% (e la temutissima discesa), quindi la Collada Llomena (7,6 km al 9,3%, max 14%). Davvero un succoso antipasto a rendere ancor più pesanti le gambe di molti prima del pasto principale.

Van Aert sugli scudi a caccia di punti per la maglia a pois – Come era prevedibile, la fuga di giornata vede protagonisti Jai Vine, che indossa la maglia degli scalatori, e Wout Van Aert (già saldamente in maglia verde) che è il detentore e vuole prendersi anche questa speciale classifica per arricchire la sua già profittevole Vuelta (tre successi parziali). Il belga vince entrambi i Gpm e allunga su Vine.

Mas ci prova, ma i big rispondono – Sulla Collada Llomena intanto, Enric Mas prova a far saltare il banco, ma prima Roglic e Landa e poi tutti i migliori della Generale, compreso il leader O’Connor, tornano sotto.

Disastro Van Aert: caduta e ritiro! – Nella discesa della Collada Llomena Van Aert finisce a terra (dopo una precedente scivolata ad inizio tappa) con Engelhardt e Del Toro. Il messicano rientra nella fuga, Van Aert si ferma dolorante al ginocchio destro. La maglia verde e a pois è costretto ad abbandonare! Per lui continua la sfortuna dopo la caduta di marzo e, soprattutto, non si sa se potrà rientrare per europei e mondiali. Davvero l’ennesima mazzata alla sua carriera.

Lagos de Covadonga, la sfida s’infiamma – Davanti rimangono in undici con il trio UAE (Del Toro, Soler e Vine) e menare. Inizia la salita finale (12,5 km al 6,9% %, ma è doveroso sottolineare che la pendenza media è falsata da diversi settori in discesa in prossimità dell’arrivo; infatti i primi 10 km sono quasi al 9% con settori al 16%!) e i fuggitivi hanno 6’ di vantaggio: troppi per non credere che qualcuno non riesca ad arrivare. È Jai Vine a lavorare per Del Toro e Soler. Innumerevoli gli scatti fra i primi finché non si isolano al comando Marc Soler (una Vuelta pancia a terra per il classe 1993, sempre in fuga), Filippo Zana e Max Poole.

Mas scalpita, Carapaz resiste, Roglic sornione, O’Connor si stacca – La nebbia si infittisce, le durissime pendenze mettono a dura prova la resistenza degli atleti e la bagarre tra i migliori della Generale infiamma la Vuelta. Dopo un velleitario allungo (forse nemmeno troppo convinto…) di Mikel Landa a circa 7 km dal termine, è sempre Enric Mas (mai così “offensivo” come in questa Vuelta) a forzare. Rispondono Carapaz, Roglic e Gaudu; affondano tutti gli altri, compresa la maglia rossa di O’Connor. Ai -4,5 Soler stacca Poole e Zana, contestualmente Mas e Carapaz per un attimo staccano Roglic, ma lo sloveno con grande mestiere rientra. Generoso Mas a condurre, ma Roglic è lì come un’ombra, non insiste (forse è al limite?) e si mantiene in seconda/terza posizione (forse non vuole ancora la roja).

Soler si prende il palcoscenico, O’Connor ci mette il cuore e salva la maglia – Davanti, Marc Soler confeziona l’impresa e regala alla corazzata UAE, orfana di leader per la Generale, il secondo successo in questa Vuelta. Filippo Zana a 18″ conferma il suo stato di forma, poi Poole a 23″, quindi alla spicciolata tutti i reduci della fuga. A 3’54” Mas, Carapaz e Roglic; O’Connor chiude a 4’52” e salva la roja per soli 5″! L’australiano (undicesimo giorno in rosso) stasera ha 5″ su Roglic, 1’25” su Mas, 1’46” su Carapaz, 2’18” su Landa, 3’48” su Gaudu, 3’53” sulla maglia bianca Carlos Rodriguez , 4’00” su Mattias Skjelmose, 4’27” su Lipowitz e 5’19” su Sivakov.