Compleanno speciale per Bernard Hinault, nato il 14 novembre 1954. 70 anni! il suo nome è scolpito nella roccia storica del ciclismo, un monumento, tra i grandissimi di tutti i tempi. Nato in Bretagna, Hinault ha attraversato il ciclismo degli anni Settanta e Ottanta, tatuandolo in maniera indelebile.
Orgoglio, grinta e classe – Quando si parla di Hinault tutti sanno che aveva una grinta, unita a un orgoglio unici. La classe immensa e doti da super hanno reso possibile una delle carriere più ricche di sempre. Solo Eddy Merckx può fregiarsi di avere vinto qualitativamente di più del bretone. Per alcuni il suo curriculum infatti è superiore addirittura a quello di Fausto Coppi. Poco importa comunque, e poco importa allo stesso Bernard, che ha sempre interpretato il ciclismo come sfida contro se stesso, più che raggiungere primati vari.
214 vittorie – Ha vinto la bellezza di 28 corse a tappe: 10 Grandi Giri e 18 Small Tour. Secondo solo a Merckx, sia come numero complessivo di corse a tappe che come GT (11 per il belga). Le statistiche dicono cinque Tour de France, tre edizioni del Giro d’Italia (imbattuto) e due volte sul gradino più alto de podio alla Vuelta a Espana (imbattuto). Ha vinto Vuelta, Tour e Giro alla prima partecipazione, nessuno come lui (nemmeno Merckx…). Tre le doppiette nella stessa stagione nei GT: Vuelta-Tour (1978) e Giro-Tour due volte (1982-85). Anche in questa prestigiosa classifica è secondo solo a Merckx (4 “doublé). Ha dominato il Mondiale più duro della storia (Sallanches 1980). Ha stravinto una Liegi-Bastogne-Liegi (1980) in condizioni apocalittiche (neve e pioggia!) con quasi 10’ di vantaggio sul secondo; un’altra Liegi l’aveva vinta a 22 anni (1977) al cospetto di tre fuoriclasse belgi: Merckx (al crepuscolo), De Vlaeminck (fresco di record alla Parigi-Roubaix) e del campione del mondo Maertens. Per due volte dominatore del Giro di Lombardia, il primo dopo una fuga lunghissima, trascinandosi e poi battendo Silvano Contini, il secondo della rinascita (1984). Odiava la Parigi-Roubaix e il pavé, ma con caparbietà riuscì a “domarla” (1981) al cospetto di due mostri sacri delle pietre: De Vlaeminck (4 vittorie) e Moser (3 consecutive). Vinse due volte la Freccia Vallone (1979-83), la prima battendo in volata Saronni. Un Amstel Gold Race al termine di una volata di gruppo. Cronoman e scalatore eccelso, quando voleva sapeva essere anche velocista battendo Maertens, Saronni, De Vlaeminck e Kelly! In poche parole, top in tutte le specialità. Nel suo palmarès anche cinque G.P. delle Nazioni (autentico mondiale a cronometro) e quattro SuperPrestige Pernod consecutivi (all’epoca mondiale a punti).
Grande anche nelle sconfitte – Il suo sorriso, dopo aver lottato come un leone, anche in due sconfitte cocenti contro due suoi ex gregari: Laurent Fignon (Tour 1984) e Greg Lemond (Tour 1986).
30 anni nello staff della Grande Boucle – Appesa la bicicletta al chiodo (nel vero senso della parola con un cross a novembre 1986), Hinault, che aveva programmato da anni di chiudere con l’agonismo al compimento dei 32 anni (quando ancora era tra i migliori), è diventato uomo immagine della corsa più importante al mondo, il Tour de France. Dal 1987 al 2016, per trenta edizioni consecutive, presentava il vincitore di tappa alle autorità locali durante la cerimonia di premiazione. Il suo sorriso, la sua eleganza e il suo savoir-faire conquistavano tutti. Chissà tutti i premiati cosa pensavano quando stringevano la mano ad una leggenda di questo calibro. A fine 2016 ha detto basta per tornare in campagna, nella sua fattoria, per un nuovo compito: fare il nonno a tempo pieno. Ma il grande Bernard rimane sempre aggiornato su quello che è stato il suo mondo con commenti sempre pertinenti e illuminanti. Grazie Bernard (chiamato il Tasso, le blaireau) per le emozioni che ci hai regalato!