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di Ettore Ferrari

Primoz Roglic si veste subito di rosso, esattamente come aveva concluso la Vuelta 2019. La prima tappa, Irun-Arrate (173 km), della massima corsa a tappe iberica saluta il successo netto che non ammette repliche del campione sloveno.

Cronaca – Si inizia subito in perfetto stile iberico con una salita impegnativa, prima degli ultimi 2500 metri ad assegnare la prima maglia roja della 75esima edizione della Vuelta a Espana. Si parte dai Paesi Baschi, e si sa da quelle parti i percorsi sono pieni di insidie. Ci si riscalda con tre salite di terza categoria, per poi giungere ai piedi dell’ascesa finale di prima categoria, che porta ai 570 metri di Alto de Arrate: 5,3 km al 7,7% (max 13%); quindi gli ultimi 2,5 km in discesa verso traguardo.

Froome salta – Questa giornata sancisce il primo verdetto: Chris Froome è il lontano parente del corridore dominante dei GT ammirato fino a due anni fa. La terribile caduta al Delfinato nel giugno ’19, il recupero, poi il lungo stop alle corse quest’anno per il Covid-19, la ripresa senza mai trovare il colpo di pedale dei tempi migliori. E oggi, sulla penultima salita di giornata il keniano di passaporto britannico ha gettato la spugna; nella successiva discesa che portava all’erta conclusiva è apparso impacciato e davanti chi tirava? Proprio la sua Ineos-Grenadier per lanciare Carapaz, chiaramente l’uomo di classifica della formazione.

La Ineos sgretola il gruppo, ma è Roglic ad esultare – Lo strappo di Alto de Arrate viene affrontato ad alta andatura dagli uomini Ineos. Carapaz è in terza ruota, davanti due scudieri che sbriciolano letteralmente il gruppo. Rimangono in pochi davanti ed è Sepp Kuss, encomiabile luogotenente di Roglic, a prendere il timone del vapore per evitare scatti. Con l’americano, c’è l’immancabile Roglic, Carapaz, Dan Martin, Enric Mas (più volte si è voltato, ma Valverde ha ceduto intorno ai -5), Hugh Carthy, Esteban Chaves e Felix Grossschartner. Tuffo verso l’arrivo e sotto lo striscione dell’ultimo chilometro la zampata vincente di Primoz Roglic che si va a gustare un bel successo di tappa, ottimo viatico per una corsa che lo vede subito come l’uomo da battere. Tanto più che Tom Dumoulin, sulla carta l’altro co-capitano della Jumbo-Visma, ha perso quasi 1’. Carapaz e Martin completano il podio di giornata. A 51” il sempre più brillante Andrea Bagioli ha regolato un gruppetto con Valverde e Dumoulin. Clamorosamente usciti di scena Vlasov, che ha perso 4’31, e Thibaut Pinot, addirittura 9’56”! Mentre Froome ha chiuso mestamente a 11’12”!

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.