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di Ettore Ferrari

Jai Hindley è il vincitore del 105° Giro d’Italia, ed è una giornata storica, perché è il primo australiano e, più in generale, del continente Oceanico, a vincere la massima corsa a tappe italiana. Secondo Richard Carapaz, a lungo maglia rosa, crollato ieri negli ultimissimi chilometri della Marmolada, e terzo Mikel Landa, che torna sul podio del Giro dopo sette anni. Quarto e primo degli italiani un ritrovato Vincenzo Nibali, all’ultima recita nella corsa che lo ha visto trionfare due volte. L’ultima tappa è appannaggio di Matteo Sobrero, che vince la prova contro il tempo nel tripudio di Verona.

Sobrero un tricolore su Verona – Una cronometro di 17,4 km chiude il Giro d’Italia 2022 e Matteo Sobrero, campione d’Italia della specialità si conferma uno dei nostri migliori talenti cogliendo la vittoria con 23″ su Thymen Arensman (occhio a questo ragazzo olandese, ha solo 22 anni) e 40″ su Mathieu Van der Poel, che ha fatto in questo Giro le migliori cronometro della sua carriera (2° a Budapest in maglia rosa e appunto 3° oggi). Vincenzo Nibali è riuscito a contenere in 46″ il ritardo da Pello Bilbao per mantenere la quarta posizione finale: obiettivo raggiunto per soli 12″.

Il trionfo di Hindley, la regolarità di Carapaz e di Landa – Come era prevedibile, il vantaggio di Hindley su Carapaz era più che rassicurante e, alla fine, l’ecuadoriano recupera solo 7″ nel giorno del suo 29° compleanno. Male Landa, ma si sa il basco a cronometro va molto piano. Il podio nel meraviglioso scenario dell’Arena di Verona vede il sorriso di Jai Hindley, vincitore con pieno merito; Carapaz a 1’18” (il campione olimpico si conferma uno dei massimi interpreti dei GT dal 2018, anno in cui si affacciò proprio sulle strade italiane con un quarto posto); Landa a 3’24”, un risultato sicuramente buono anche in considerazione della grande sfortuna degli ultimi anni e che iaggia verso i 33 anni. Nibali a 9’02”, 5° Bilbao a 9’14”. La seconda parte della top-ten vede al 6° posto Jan Hirt (best performance per il ceco in un GT) a 9’28”; 7° Emanuel Buchmann, fedele luogotenente di Hindley, a 13’19”; 8° un impareggiabile e tenace Domenico Pozzovivo a 17’29” (secondo più vecchio della storia del Giro a conquistare una top-10); 9° Hugh Carthy a 17’54”; 10° Juan Pedro Lopez a 18’40”, rivelazione di questa edizione con 10 giorni in maglia rosa e maglia bianca di miglior giovane. Una menzione la merita pure Alejandro Valverde, che a 42 anni ha sfiorato la top-ten (11° a 23’24”) e ha onorato la sua seconda partecipazione alla corsa italiana dopo il podio nel 2016.

Démare record e seconda ciclamino – La palma di miglior velocista di questo Giro va indubbiamente ad Arnaud Démare, vincitore di 3 tappe e per la seconda volta in carriera maglia ciclamino. Il portacolori della Groupama-Fdj raggiunge quota 8 successi di tappe al Giro, diventando il francese più vittorioso sulle strade rosa e staccando due mostri sacri come Jacques Anquetil e Bernard Hinault. Chapeau.

Bouwman re degli scalatori – Un’altra rivelazione di quest’anno è sicuramente Koen Bouwman. Il classe 1993 delal Jumbo-Visma ha vissuto il periodo più felice della sua carriera, conquistando ben 2 vittorie di tappa (prima aveva vinto solo una corsa in sette anni da pro’!) e la prestigiosa maglia azzurra del gran premio della montagna.

5 vittorie di tappa per gli italiani, tutte nella seconda parte – Dopo le prime10 tappe senza successi, i corridori di casa nostra si riscattano con un finale in crescendo: 5 acuti con Alberto Dainese, Stefano Oldani, Giulio Ciccone (l’unico ad aver già vinto in passato al Giro), Alessandro Covi (straordinaria impresa ieri) e Matteo Sobrero. Senza dimenticare i due grandi vecchi, Nibali e Pozzovivo in top-ten.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.