di Giuseppe Girolamo
La 105esima edizione del Giro d’Italia va in archivio con la crono finale di Verona e la scenografia unica al mondo dell’Arena. Il Giro 2022 però verrà ricordato anche per non aver offerto grandi emozioni dagli uomini di classifica. Se non fosse stato per gli attaccanti di giornata, per gli impavidi ciclisti, la noia sarebbe stato il comune denominatore della corsa rosa partita per la prima volta dall’Ungheria.
Hindley 9: Primo ciclista del continente australe a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro del Giro. Bella vittoria parziale sul Blockhaus e alla fine ha meritato il successo finale ritornando sul podio dopo quello del 2020. Ha svolto in maniera perfetta il compitino, ma per il massimo del voto bisogna vincere e convincere.
Van der Poel 9: Ancora una volta ha zittito tutti, soprattutto coloro i quali pronosticavano un suo ritiro a metà Giro. Il ragazzo olandese indossa la rosa alla prima giornata e la conserva per le prime tre tappe. Per il resto è puro spettacolo, a ogni tappa, su ogni terreno. Applausi a scena aperta!
Nibali 8: Nelle zone alte della classifica, ancora una volta. Gli manca il grande acuto, ma lo Squalo lotta sempre e comunque. Nella sua Messina annuncia il ritiro dell’attività agonistica a fine stagione. Ci mancherà!
Italiani 8: “Il ciclismo italiano è in crisi”, a queste affermazioni hanno risposto i cinque squilli di Alberto Dainese, Stefano Oldani, Giulio Ciccone, Alessandro Covi e Matteo Sobrero. Alla faccia della crisi!
Demare 7,5: Tre vittorie parziali e maglia ciclamino portata a Verona. Un percorso perfetto per il francese.
Bouwman 7,5 – Giovani olandesi crescono. Vince due tappe e porta a Verona la maglia blu di miglior scalatore. Autorevolezza e talento. Ne sentiremo parlare in futuro.
Cavendish 7: Il velocista dell’Isola di Man sul traguardo di Balatonfure arricchisce il suo straordinario palmares portando a sedici i successi parziali al Giro. Cannonball!
Girmay 7 – Primo nero d’Africa ad aggiudicarsi una tappa al Giro. La storica vittoria di quella giornata lascia, purtroppo, spazio al ritiro dell’eritreo: sul palco premiazioni il tappo dello spumante gli finisce nell’occhio sinistro. Trasportato in ospedale il ciclista di Asmara viene medicato, ma è costretto ad abbandonare la carovana rosa. Peccato!
Simon Yates 7: Vince la crono irlandese e si siede di diritto sul banco dei favoriti. Una caduta e una forte botta al ginocchio gli tolgono qualità e concretezza. Sul Blockhaus arriva in forte ritardo e dice addio ai sogni di gloria finale. Riesce a trovare un’altra vittoria parziale a Torino, prima del ritiro nella 17esima tappa.
Almeida 7: Il portoghese dimostra tutti i suoi limiti nelle salite arcigne, ma pur staccandosi dai migliori non va mai in crisi. La sua corsa finisce in anticipo a causa della positività al Covid. Il podio per quest’anno sarebbe stato arduo da conquistare, anche se la crono finale di Verona gli era favorevole. Resta la sua condotta tenace. Lo rivedremo protagonista nelle prossime edizioni.
Bardet 6,5: Arriva al suo secondo appuntamento rosa con ambizioni di vittoria, anche in virtú dei pochi chilometri a cronometro tracciati dagli organizzatori. In salita è sempre coi migliori e lancia un chiaro messaggio per la durissima ultima settimana di corsa. Un virus intestinale, però, lo costringe alla resa. Lascia il Giro amareggiato… il suo è un arrivederci!
Carapaz 6: Il podio merita la sufficienza, ma niente di più. Il sudamericano non fa mai nulla per mettere in difficoltà gli avversari diretti. Si limita allo scattino finale; troppo poco per chi è partito come il grande favorito alla vittoria finale.
Landa 6: Lo spagnolo ritorna sul podio dopo quello del 2015. Magra consolazione: la Bahrain Victorius gli aveva allestito una squadra competitiva per fargli spiccare definitivamente il volo, ma lui, Mikel ha perso l’ennesima occasione. Piazzato!
Pozzovivo 6: Stima, immensa stima per il lucano. Un’ottava posizione finale colta al termine di mille sofferenze e peripezie.
Dumoulin 4: La superba prova nella crono della seconda giornata faceva pensare a una rinascita, invece l’olandese si eclissa, concludendo la corsa col mesto ritiro nella 14esima tappa. Dov’è finita la farfalla di Maastricht?
Ewan 3: Parte dall’Irlanda col progetto chiaro in testa: centrare una vittoria di tappa per poi ritirarsi e concentrare tutte le attenzioni al Tour de France. Nessuna vittoria parziale e ritiro nella 12esima giornata di gara così come avvenuto nelle sue quattro precedenti partecipazioni. Atteggiamento da rivedere!
Nizzolo 2: Si vede solo nella volata di Messina col terzo posto di tappa. Per il resto neanche l’ombra del brillante velocista degli anni passati.
Kluge – E al fine di queste pagelle ecco una menzione particolare per colui il quale ha chiuso ultimo in classifica generale a 7h13’57” dal vincitore. La maglia nera e il distacco abissale non devono fare pensare a una passeggiata: sempre pronto a fare lo “sporco” lavoro del gregario… ma qualcuno deve pur farlo. Un plauso, dunque, a Roger e a tutti coloro i quali onorano la corsa dimostrando, nonostante tutto, che tagliare il traguardo finale ne vale sempre la pena.