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di Ettore Ferrari

Una prova maiuscola, un recupero da campione, pur con la sfortuna di perdere una decina di secondi per un problema meccanico, ma oggi Primoz Roglic si è preso la maglia rosa, scalzando Geraint Thomas dal trono del Giro al penultimo atto di tre settimane di competizione.

Thomas-Roglic: la sfida – Ed eccoci al giorno decisivo del 106esimo Giro d’Italia. Solo 26″ separano Primoz Roglic dalla maglia rosa di Geraint Thomas, i due grandi protagonisti di questa edizione bloccata dal tatticismo e avara di attacchi tra i big. Joao Almeida è il terzo incomodo, 59″ da Thomas, 33″ da Roglic. Il percorso di questa ventesima e penultima tappa, che misura 18,6 km, si può dividere tra un primo settore (11,1 km) pianeggianti (a parte uno strappo) e la seconda parte (7,5 km) semplicemente terribile. Primi 5 km con pendenza media al 15% (max 20%), poi poco più di un chilometro più leggero e gli ultimi mille metri al 20% con punte al 22%! Davvero una salita micidiale questa che porta da Tarvisio al Monte Lussari.

Subito Roglic in testa – Sono tre gli intertempi previsti: il primo dopo 10,8 km (praticamente alla fine del tratto pianeggiante), il secondo al km 14,3 e poi al km 17,8 praticamente a ridosso del traguardo . Attesa per questi due campioni molto avanti negli anni (Thomas 37 anni, Roglic quasi 34) che si giocano probabilmente l’ultima chance di vittoria in un Grande Giro. Joao Almeida si lancia dalla pedana di partenza alle 17:08, tre minuti dopo Roglic e quindi alle 17:14 la maglia rosa. Dopo 9,4 km il cambio di bicicletta (facoltativo) e subito dopo il primo riferimento cronometrico con Roglic che passa in 13’49” con 2″ su Thomas, 4″ su Joao Almeida e 7″ su Damiano Caruso: i primi quattro del Giro sono anche ai primi quattro posti della classifica parziale.

Inizia la salita e Roglic aumenta il margine… poi il brivido del salto di catena! – Un’erta asfissiante, senza respiro, pendenze a doppia cifra, strada stretta, tornanti impossibili. Il pubblico ai lati della strada si esalta al passaggio di Roglic, che corre quasi in casa visto che la Slovenia è a due passi. Tantissimi i tifosi sloveni presenti con un tifo da stadio che accompangnano le pedalate del loro beniamino che al secondo intertempo (34’03”) è sempre in testa con 16″ su Thomas, 32″ su Sepp Kuss, fedele scudiero da anni, Caruso e Almeida. La rimonta è in atto, ma in un attimo tornano le tenebre sullo sloveno che, a causa di un salto di catena, scende di bici, un meccanico è pronto con un’altra bicicletta. Ma lui risale e via! Un incidente che potrebbe far saltare i nervi a chiunque, ma Primoz ne ha viste tante in una carriera favolosa, ma con tante cadute e rovesci che ne hanno temprato la forza mentale più che il fisico. Thomas, intanto, continua ad ostinarsi con rapporti più duri e continua a… perdere secondi.

L’apoteosi di Roglic, la resa da signore di mister G – Si succedono gli arrivi al traguardo, ma l’attesa è tutta per i due atleti che si stanno giocando il Giro. Ed ecco il responso, prima dell’ultimo chilometro (17,8 km): Roglic è in vantaggio di 29″ su Thomas e gli sfila la maglia! Il finale è tutto dello sloveno che chiude in prima posizione (44’23”), da autentico dominatore con 40″ su Thomas (che, dunque perde altri 11″ negli ultimi 800 metri), 42″ su Joao Almeida, 55″ su Caruso, 59″ su Pinot (i top-five della Generale) e Kuss a 1’05”. Thomas si complimenta con Roglic e gli cede lo scettro.

Dopo 4 anni anni Roglic si riprende la Rosa – La nuova classifica (verosimilmente quella definitiva, alla vigilia dell’ultima fatica) vede Roglic in maglia rosa con 14″ su Geraint Thomas, 1’15” sulla maglia bianca Joao Almeida (al primo podio al Giro e, più in generale, in un GT); 4° Damiano Caruso, primo degli italiani, a 4’40”; ottimo 5° posto (condito con la maglia azzurra del Gran premio della montagna) per Thibaut Pinot a 5’43”. Nella seconda parte della top-10, troviamo 6° Thymen Arensman a 6’05”, 7° Eddie Dunbar a 7’30” (crollato nelle ultime due giornate, visto che era quarto due giorni fa, e ancora quinto ieri), 8° Andreas Leknessund (in rosa per 5 giorni) a 7’31”, 9° Lennard Kamna a 7’46” e 10° Laurens De Plus a 9’08”. Arensman e De Plus encomiabili: sono riusciti ad entrare nei primi 10 pur facendo da gregari per tutto il Giro a Thomas.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.