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di Giuseppe Girolamo

Il 14 febbraio è il giorno di San Valentino, il giorno degli innamorati. Per gli sportivi amanti di ciclismo è il giorno della nascita di due interpreti favolosi di questo sport: Gianni Bugno e Cadel Evans. Il giorno di San Valentino è (purtroppo) anche il giorno del ricordo di Marco Pantani. Il ciclista romagnolo moriva proprio il giorno della festa degli innamorati. Una morte tragica, assurda e ammantata di mistero.

Il pirata ci lasciava il 14 febbraio 2004 – Il suo corpo trovato senza vita in una stanza dell’hotel Le Rose di Rimini. La notizia arrivò in serata e colpì duro, come un cazzotto in pieno volto sferrato dal Mike Tyson dei giorni migliori.

Pantani era, è stato e sarà l’idolo di tutti – Di tutti, indistintamente. Cultori del ciclismo, sportivi e non sportivi si erano appassionati alle gesta di quel piccolo romagnolo. Si stava incollati alla TV per vederlo togliersi la bandana e poi sferrare i suoi micidiali attacchi. Si scendeva in strada e si saliva in vetta alle montagne per vederlo passare, solo per dirgli un semplice “vai pirata”. Nelle gelide salite del Giro o nelle assolate giornate del Tour non c’era nulla, niente e nessuno a distrarre dal vedere passare colui il quale ha saputo interpretare il mondo del ciclismo come nessun altro. C’era chi chiedeva un permesso al lavoro per ammirare un arrivo di montagna al Giro e c’era chi lasciava gli ombrelloni in spiaggia per godersi le sfide francesi contro Ullrich e Armstrong.

Sulla sua bicicletta Pantani non aveva paura di nessuno – Sfidava l’impossibile e molte volte vinceva. Dall’arrivo solitario a Merano al trionfo di Courchevel. Quanto ci manchi Marco. “Il mondo del ciclismo mi mancherà, ma io mancherò al mondo del ciclismo“. Unico inimitabile Marco Pantani!

Di Giuseppe Girolamo

Sono siciliano, anche se sono nato (per puro caso) a Torino il 28 giugno 1973. Perchè scrivo di ciclismo? Perchè da corridore ero troppo scarso! Addetto stampa e organizzatore di eventi sportivi e culturali. Per info: giuseppegirolamo@gmail.com