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di Ettore Ferrari

Dopo il secondo e ultimo giorno di riposo il Giro 2022 riprende la sua corsa con l’ultima e decisiva settimana verso Verona. Richard Carapaz è in maglia rosa, e fin qui nulla di anomalo, visto che l’ecuadoriano era considerato alla vigilia il grande favorito. Ma scorrendo i primi 2/3 di competizione non possiamo non rilevare che la condotta del campione olimpico di Tokyo sia stata tutt’altro che dominante. L’Etna ha regalato la maglia rosa a Juan Pedro Lopez, piacevole sorpresa che ha difeso le insegne del primato per ben 10 giorni, per il resto poca selezione tra i favoriti; il Block Haus ha fatto rinascere Jai Hindley; la tappa più bella è stata senza dubbio quella di Torino con un Nibali smagliante.

Carapaz poco incisivo, Hindley concreto – Lo scatto (di ottima fattura) sulla salita di Superga sabato scorso non ha sortito il risultato che il buon Richard auspicava: ripreso prima da Hindley e Nibali e poi da Simon Yates. La stessa Ineos non è apparsa come il dream team a cui tutti siamo abituati a vedere da un decennio. Per contro, la Bora-hansgrohe è stata, finora, a squadra di classifica più attrezzata con Kelderman e Buchmann molto solidi nel contribuire al ritorno ad alti livelli di Jai Hindley. L’australiano ha vissuto un periodo veramente negativo, dopo il grande Giro (2° con maglia rosa finale svanita nell’ultima crono) del 2020. Al di là del successo di tappa, è proprio la condotta complessiva dell’australiano a convincere più di quella di Carapaz.

Nibali per il miracolo (sportivo) – Le speranze azzurre sono riposte ancora una volta su Vincenzo Nibali (senza dimenticare un fantastico Pozzovivo), che senza la giornata storta sull’Etna sarebbe già sul podio. A quasi 38 anni, il messinese sta vivendo un momento particolarmente felice e il fatto di aver deciso di smettere a fine stagione sembra averlo sollevato da qualsiasi pressione, che ne aveva limitato il rendimento nelle ultime due opache stagioni. Sognare non costa nulla…

Occhio ad Almeida – Il portoghese non ha fatto nulla, eppure è 3° a soli 30” dalla maglia rosa. Se cresce di condizione, bisogna inserire anche lui tra i pretendenti il trono di Verona.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.