di Ettore Ferrari
La sedicesima tappa della Vuelta ha un epilogo un po’ a sorpresa, non tanto per la vittoria (quasi scontata) di Mads Pedersen, quanto per la clamorosa scivolata di Primoz Roglic. Lo sloveno aveva beffato Evenepoel e gli altri big della Generale, con un colpo dei suoi poco prima dello sprint. Proprio i pochi velocisti rimasti lo hanno seguito, ma sul più bello è caduto rovinosamene a terra perdendo l’opportunità di guadagnare altri secondi preziosi per la rimonta.
Ultimo sprint prima di Madrid – Dopo il terzo giorno di riposo l’ultimo Grande Giro del 2022 riprende con una tappa interamente pianeggiante. Da Sanlúcar de Barrameda a Tomares (189,4 km). Dopo un tentativo di Ander Okamika e Luis Angel Maté, un veterano con i suoi 38 anni, la corsa si incanala verso la soluzione naturale: la volata.
Roglic s’inventa un mezzo capolavoro, ma poi rovina tutto – Il finale favorisce azioni da finisseur con strade strette e curve. E Primoz Roglic non si fa pregare e sorprende tutti con un guizzo dei suoi (-2,6) in un tratto in leggera salita. Alla sua ruota prima Pascal Ackermann, poi si fanno sotto Pedersen, Fred Wright e Danny Van Poppel: tutti velocisti. Lo sloveno punta a recuperare secondi ad Evenepoel, in vista delle ultime tappe di montagna. Ultima curva che immette nel rettilineo finale, Roglic si sposta e la lotta per la vittoria e affare delle ruote veloci, ma a 150 metri dalla linea entra lievemente a contatto con Wright e finisce malamente sull’asfalto! Diverse escoriazioni per il vincitore delle ultime tre edizioni della Vuelta. Intanto, Mads Pedersen vince con estrema facilità la sua seconda tappa e mette definitivamente in cassaforte la maglia verde (classifica a punti). Alle sue spalle terminano nell’ordine Ackermann, Van Poppel e Wright; a 8″ il gruppo. Pur essendo caduto, Roglic guadagna otto secondi, perché la caduta è avvenuta dentro gli ultimi tre chilometri. Da valutare, ora, le condizioni dello sloveno (ha battuto ginocchio, gomito e fianco destro) in vista della tappa di domani.

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971.
In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo “nessun capello fuori posto“.
Sono la “Memoria storica” del ciclismo.