di Ettore Ferrari

Vincenzo Nibali conquista l’ultima tappa e con essa la classifica finale del 25° Giro di Sicilia. Il messinese ha dominato la scena, attaccando sull’Etna e giungendo solitario al traguardo.

Froome entra nella fuga – Erano i tre grandi nomi di questa edizione della corsa a tappe isolana e dopo l’acuto di Valverde ieri, oggi Chris Froome ha cercato di dare un senso alla sua partecipazione e alla sua continua e ostinata ricerca (che va avanti da oltre 2 anni) del tempo perduto. Il corridore della Israel è stato protagonista della fuga di giornata assieme ad altri otto corridori. Poi, in vista della scalata dell’Etna, punto topico della tappa, sono entrati in scena i primi della generale. Valverde con la sua maglia giallorossa non dorme certo sonni tranquilli, vista la classifica cortissima.

Inedito versante dell’Etna – Viene proposto per la prima volta il versante della Sciara di Scorciavacca (9,5 km al 6,5%) ed è qui che si decide il Giro. Ripresi i fuggitivi, prova De La Cruz, ripreso. Attacco di Nibali! Il siciliano se ne va lungo l’ascesa e subito guadagna un bel margine. Dietro si forma un drappello con Valverde, Covi, De La Cruz e Lorenzo Fortunato. Ma Nibali è imprendibile e scollina con una quarantina di secondi.

Il trionfo dello Squalo – Tuffo verso Mascali e il siciliano incrementa il suo vantaggio, galvanizzato dall’impresa sulle strade di casa. A braccia alzate, Vincenzo centra tappa e successo finale. Nibali non aveva mai vinto da professionista in Sicilia e questo sucesso ha un significato particolare, anche perché mentre sta per chiudere il biennio con la Trek, ed è finalmente riuscito a vincere dopo due anni senza vittorie (ultimo primo posto il 27 luglio 2019, nella 20esima tappa del Tour).

Podio regale – Nibali indossa la maglia giallorossa e riceve l’abbraccio della sua gente, Alejandro Valverde è secondo a 46″, quindi Alessandro Covi (maglia bianca di miglior giovane) a 49″.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.

4 pensiero su “Nibali profeta in patria”
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