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di Ettore Ferrari

La Vuelta n. 77 si è chiusa con il successo in volata di Juan Sebastian Molano, che si è aggiudicato con uno sprint di forza la 21esima e ultima tappa, Las Rozas-Madrid (96,7 km), superando la maglia verde Mads Pedersen e il compagno di squadra Pascal Ackermann. Vitotria finale per Remco Evenepoel. Sul podio di Madrid, con il campione belga classe 2000, ci sono Enric Mas e il baby talento Juan Ayuso.

Applausi per tutti, ma soprattutto per Valverde – Con il successo ormai in cassaforte, Evenepoel brinda in corsa con i suoi compagni a quello che per il Belgio rappresenta un momento storico: la vittoria in un Grande Giro, 44 anni (!) dopo il successo di Johan De Muynck al Giro d’Italia 1978. Festeggiamenti particolari per Alejandro Valverde, alla sua ultima Vuelta. In avvio, passerella d’onore per il murciano e per Vincenzo Nibali, anche lui ai saluti in un GT. Nibali ha vinto la sua prima grande corsa a tappe alla Vuelta 2010, ottenendo poi altri due podi (secondo) nel 2013 e nel 2017 nella massima corsa a tappe iberica. Un altro omaggio per Valverde all’ingresso nel circuito di Madrid: don Alejandro percorre alcuni chilometri in solitaria, ricevendo l’ovazione del pubblico festante, che riconosce la grandezza di un campione unico, che è riuscito a rimanere competitivo lungo l’arco di una carriera lunghissima (20 anni!). Valverde detiene il record di podi alla Vuelta (ben 7), il primo nel 2003 e l’ultimo 16 anni dopo!

Molano si regala il primo acuto in un GT – La volata è dominata dagli uomini dell’UAE, presenti in quattro sotto lo striscione degli ultimi mille metri. Molano parte lungo e trova un successo assai significativo superando Pedersen e il compagno Ackermann (rimasto a secco in questa Vuelta, dopo le due vittorie nel 2020).

La consacrazione di Pedersen – Il danese, campione del mondo 2019, continua la sua costante ascesa, chiudendo la Vuelta con la fiammante maglia verde della classifica a punti (con un vantaggio enorme sul secondo, Fred Wright: 409 punti contro i 186 dell’inglese), conseguenza soprattutto di ben 3 vittorie di tappa e quattro secondi posti.

La classe di Carapaz – Così come Pedersen è stato favorito dal ritiro di Sam Bennett (vincitore di 2 tappe in avvio) per la conquista della maglia verde, anche Richard Carapaz ha usufruito non poco dell’abbandono (per caduta) del sorprendente Jay Vine (una delle rivelazioni di questa edizione con due tappe vinte), ma poi ha legittimato da campione qual è la supremazia nella graduatoria della speciale classifica del gran premio della montagna. Per l’ecuadoriano, uscito di classifica quasi subito, una Vuelta da ricordare grazie a tre splendide vittorie di tappa con arrivi in salita, giunte al culmine di fughe a lunga gittata e, appunto, la maglia a pois. Un bel modo di salutare, dopo tre stagioni la Ineos (nella stagione 2023 difenderà i colori della Education First).

Evenepoel sul trono di Madrid – Remco completa una stagione favolosa, ricca di tante vittorie (su tutte le strepitose cavalcate solitarie nella Liegi-Bastogne-Liegi e nella Clasica San Sebastian) con la consacrazione a uomo di GT (al secondo tentativo, ricordiamolo, avendo disputato prima solo il Giro 2021, concluso anzitempo con un ritiro). Il Belgio torna sul gradino più alto del podio della Vuelta 45 anni dopo il trionfo dei record dello strepitoso Freddy Maertens nel 1977 (unico a vincere la Vuelta con la maglia di campione del mondo, e autore di 13 di vittorie di tappa, record assoluto di successi in una sola edizione della corsa iberica e, più in generale, di un GT).

La Top-Ten dominata dai giovanissimi – Questa edizione della Vuelta va in archivio con il dominio dei giovanissimi: ben cinque dei primi sette hanno meno di 25 anni! Ma ecco la classifica finale, con Evenepoel (primo anche nella classifica dei Giovani-maglia bianca) Enric Mas (abbonato al secondo posto) a 2’02” e il “bambino” prodigio Juan Ayuso (classe 2002, 16 settembre) a 4’57”; 4° Miguel Angel Lopez a 5’56” (tornato tra i migliori di un GT dopo due anni); 5° il regolare Joao Almeida a 7’24”; 6° Thymen Arensman (rivelazione) a 7’45”; 7° Carlos Rodriguez a 7’57” (a lungo in top-five, ma che ha completato il suo primo GT nonostante una brutta caduta); 8° Ben O’Connor a 10’30”; 9° Rigoberto Uran (che a 35 anni ha centrato il primo successo parziale alla Vuelta, completando il cerchio nei tre GT) a 11’04”; 10° Jay Hindley (ci si aspettava di più dall’ultimo vincitore del Giro d’Italia) a 12’01”. Ultima menzione per Valverde che, seppure mai in lotta per la top-10, ha chiuso al 13° posto (a 25’39”), molto meglio di Nibali (45° a 2h05’45”) e Froome (addirittura 114° a 4 ore 39’31”!).

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.

18 pensiero su “Molano nega il poker a Pedersen – Evenepoel re di Spagna”

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