Bauke Mollema, uno degli outsiders di oggi, ha la meglio sui grandi favoriti, azzeccando l’azione decisiva sul Civiglio, mantenendo poi un margine sufficiente a conquistare l’ultima grande classica del 2019.

Cronaca – Il Lombardia rende omaggio all’indimenticabile Felice Gimondi. Da Bergamo a Como (243 km) per l’ultima corsa Monumento della stagione. Un percorso come sempre durissimo, in programma ben 7 salite!

Fuga a otto – I protagonisti della fuga iniziale sono: Fausto Masnada, Davide Ballerini, Cesare Benedetti, Rémi Cavagna, Marco Marcato, Toms Skujins, Petr Rikunov ed Enrico Barbin. Colle Gallo e Colle Brianza vengono superati dai primi con il gruppo che non concede troppo spazio. Sulla Madonna del Ghisallo transita solitario Masnada, che si prende una bella soddisfazione sulla salita simbolo della “classica delle foglie morte”. Il corridore dell’Androni (vincitrice della Ciclismo Cup) viene raggiunto da Toms Skujins. Dietro prima la Movistar e poi la Ineos cominciano a recuperare terreno.

Il “muro” di Sormano non smuove le acque – Mentre i reduci della fuga della prima ora vengono progressivamente riassorbiti, si segnala con una bella progressione il campione lussemburghese Bob Jungels rientra su Masnada, che cede di schianto e poi su Skujins, ma il gruppo è vicinissimo. Sul muro di Sormano (1.920 metri al 15,8%, con punte addirittura del 27%!) Jungels viene inghiottito dal plotone, nel quale si segnala un attivissimo Giulio Ciccone. Prima della vetta, Valverde con un paio di pedalate si riporta davanti, facendo capire a tutti di essere in grande spolvero. La discesa non cambia la situazione, ancora Ciccone davanti e poi Jakob Fuglsang.

Fuga interlocutoria di Wellens e Buchmann – Restano le ultime due asperità, Civiglio e San Fermo, intanto c’è spazio per un’azione a due con Tim Wellens ed Emanuel Buchmann. Il gruppo allungatissimo costeggia il Lago di Como prima di affrontare il Civiglio e in testa fanno capolino ben quattro maglie gialle della Jumbo-Visma, con il grande favorito di oggi, Primoz Roglic.

Civiglio: prova Valverde, poi Mollema sorprende i favoriti – Penultima ascesa con i suoi 4,2 km molto esigenti (pendenza media del 9,7%, max 14%!) e subito Bruno Fernandes a tirare per il proprio capitano Valverde, sempre nelle primissime posizioni. Nibali, già nelle posizioni di coda del gruppo, rischia di finire a terra. Wellens si pianta, Buchmann rimane da solo, mentre da dietro esce dal gruppo Alejandro Valverde! L’ex campione del mondo si riporta facilmente sul tedesco e lo lascia sul posto attaccando da solo. Da dietro feroce reazione di Roglic, che riporta gli altri sullo spagnolo. Nibali, piantato sui pedali, è già alla deriva. Roglic, Valverde, Bernal, Woods, si controllano a vicenda, così parte secco Bauke Mollema! L’olandese guadagna subito un vantaggio considerevole, favorito dalla fase di studio degli avversari. Generosa la reazione di Pierre-Roger Latour, che dopo un paio di tentativi a vuoto, riesce ad isolarsi in seconda posizione e a scollinare con 16” di ritardo, Roglic e gli altri sono a 26”.

Roglic ci prova in pianura, ma è un fuoco di paglia – Rimasti quasi tutti senza compagni di squadra, i vari Bernal, Valverde e Roglic non riescono a recuperare, anzi. In discesa perdono terreno e Mollema si presenta sotto lo striscione degli ultimi 10 km con un vantaggio di ben 44”. Prima del San Fermo della Battaglia, ultima salita di giornata, Roglic allunga e prova a fare una cronometro, esercizio in cui è tra i migliori al mondo. Lo sloveno, recente vincitore di Giro dell’Emilia e Tre Valli Varesine, recupera una decina di secondi ma sul San Fermo (2,7 km al 7,2% con punte al 10%) si rimbalza, mentre da dietro un inesauribile Valverde con Bernal, Woods e Fuglsang provano a contrattaccare. In cima il battistrada è sempre al comando, e ormai la vittoria è a portata di mano: soli 5 km. Ancora Valverde! In discesa il campione di Spagna (che ha quasi 40 anni!) pennella le curve con maestria riuscendo a guadagnare qualcosa ma, ormai, è troppo tardi anche perché il coriaceo Mollema tiene alla grande. Trionfo dell’alfiere della Trek-Segafredo, che dopo il mondiale con Mads Pedersen, conquista un altro successo di altissimo spessore. A 16” la volata dei battuti premia la regolarità di Valverde (già 5° all’Emilia, 2° al Beghelli e alla Milano-Torino), cui sfugge per l’ennesima volta la vittoria nella classicissima d’autunno (per la terza volta secondo!); terzo posto e primo podio in una Monumento per Egan Bernal, vincitore l’altro ieri del Gran Piemonte; quarto posto per Jakob Fuglsang; poi a 34″ Michael Woods precede Jack Haig e Roglic, grande sconfitto di oggi. Giovanni Visconti 17° è il primo degli italiani (peggior risultato dei nostri nella storia del mondiale d’autunno).

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.