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Il ciclismo dell’ultimo lustro ci ha abituati a tanti campioni precoci che si sono presi la scena e, ultimo in ordine di tempo, ecco arrivare Lenny Martinez, francese della Groupama-Fdj, che sale sul trono della Vuelta al termine della sesta tappa diventando il più giovane a vestire le insegne del primato con i suoi 20 anni e 51 giorni! Un primato di tutto rispetto, anche in considerazione del fatto che fino a ieri il più giovane era nientemeno che sua maestà Miguel Indurain. Sì proprio lui, il fuoriclasse navarro dominatore di 5 Tour de France consecutivi (record) e di 2 Giri d’italia, con due accopiate consecutive Giro-Tour (anche questo un record) che, paradossalmente, mai è riuscito a vincere la corsa di casa.

Magia amarillo all’esordio – Il ragazzone di Villava, classe 1964, passato al professionismo dopo le Olimpiadi di Los Angeles alla fine del 1984, in seno alla Reynolds (poi divenuta Banesto, formazione con la quale ha corso per tutta la carriera) esordisce alla Vuelta nel 1985. La corsa è partita da Valladolid il 23 aprile (allora la Vuelta andava di scena dopo le clasiche del Nord tra fine aprile e maggio) con un cronoprologo a cronometro vinto dallo specialista olandese Bert Oosterbosch con 8″ su Indurain. Dopo la prima tappa, vinta da Eddy Planckaert, la seconda è ancora una volata e a sorridere è il grande Sean Kelly. La maglia amarillo passa a Miguel Indurain, che diviene il più giovane leader alla Vuelta a soli 20 anni e 283 giorni. Il futuro Miguelon mantiene la leadership per 4 giorni. Chiuderà la Vuelta all’84° posto.

Vuelta stregata per Indurain – Gli anni successivi rappresentano una lenta ma progressiva ascesa del navarro ma, ncredibile ma vero, la Vuelta sarà avara di soddisfazioni per lui. 92° nell’86 e poi tre ritiri consecutivi (1987-88-89) prima del 1990. In quell’anno, i due capitani della Banesto, l’esperto Delgado e il giovane Indurain, sono i favoriti. E invece sarà il regolare Marco Giovannetti a vincere con Delgado 2° e Indurain solo 7°. Nel ’91 Indurain corre bene, ma è stretto nella morsa della Once, di Melchor Mauri (1° e vincitore di tutte le cronometro) e del veterano Marino Lejarreta (3°). Un secondo posto che rappresenta il suo primo podio in un GT. La storia la conoscono tutti. Dopo quel Giro di Spagna, Indurain assurge a dominatore assoluto dei Grandi Giri, trionfando a luglio al Tour de France. Da quel ’91, Miguelon diserterà sempre la Vuelta puntando tutto sul Tour e sul Giro. Ci tornerà nel ’96, fresco di titolo olimpico a cronometro e dopo la resa incondizionata al Tour, prima sconfitta dopo 5 trionfi consecutivi. La dirigenza costringe il campione a disputare la Vuelta, ma lui ha già staccato mentalmente più che fisicamente. Così, nonostante dopo la dodicesima tappa sia terzo in classifica, il giorno dopo mette piede a terra e si ritira. Non tornerà più a correre. Finisce l’era del gigante navarro, un’era iniziata alla Vuelta undici anni prima con la maglia amarillo.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.

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