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E così Primoz Roglic passa dalla cocente delusione del Tour de France alle gioie di un finale di stagione degno del miglior “cannibale”. Conquista la sua seconda Vuelta a Espana consecutiva con la caparbietà di un ciclista navigato, rintuzzando sino alla fine gli attacchi di un sempre combattivo Richard Carapaz.

Roglic 9,5 – Non era semplice riprendersi dalle fatiche e dai fantasmi del Tour. Lo sloveno è riuscito a scacciarli tutti portando la “roja” a Madrid. Vince quattro tappe facendo prove di cannibalismo ogni volta che può. Si ingobbisce sull’Alto de la Covatilla quando attacca Carapaz, con una postura che ricorda la crono finale del Tour. Ma stavolta resiste e sorride. Rinvigorito.

Carapaz 9 – Gli manca il successo di tappa ed un pò di coraggio sull’ultima ascesa. Tirando le somme, perde una Vuelta per gli abbuoni e per il secondi lasciati a cronometro dove, nonostante tutto, si supera. Abbiamo però ritrovato un grande corridore da corse a tappe, confermando quello mostrato al Giro 2019. Bentornato.

Carthy 8,5 – La prima volta da capitano unico designato in un GT e coglie al volo l’occasione centrando il podio finale. Si dimostra solido in salita ed a cronometro. Eccezionale sull’Angliru. La EF può contare su di lui. Stantuffo.

D. Martin 8 – Dopo un Tour anonimo, sembrava in fase calante o comunque non più performante nei grandi giri. L’irlandese, invece, si mostra subito pimpante piazzando il colpo a La Laguna Negra de Vinuesa. Fatica molto negli ultimi giorni ma resiste. Il quarto posto di Madrid vale tanto per lui e per la Israel che ci ha puntato parecchio. Ritrovato.

Gaudu 8 – Parte molto male perdendo parecchio terreno sin da subito. Recupera posizioni tappa dopo tappa mettendo nel suo palmares ben due frazioni della corsa spagnola. In entrambe si è dimostrato il più astuto e quello che ha saputo gestir meglio le forze e la situazione. In attesa di capire cosa faranno in futuro i vari Pinot (tristemente s.v. in questa Vuelta), Bardet e Barguil, la Francia può contare su di lui. Affermato.

Mas 7,5 – Miglior giovane della Vuelta 2020 grazie al quinto posto finale bissando quanto fatto al Tour de France. Realmente appariscente soltanto sull’Angliru, è comunque sempre li sulle ruote dei big. Regolarista.

G. Martin 7,5 – Ci prova sempre collezionando sei piazzamenti in top ten ma, soprattutto, una scintillante e meritatissima maglia a pois. Iperattivo.

Ackermann 7,5 – Due tappe: una grazie al declassamento di Bennett (voto 6,5 perchè non è stato dominante come ci si aspettava alla vigilia) ed una prestigiosa come quella di Madrid. Ai microfoni, post tappa, ribadisce che tutti i velocisti ne hanno vinta una sola, lui compreso. Sportivo.

Valverde 7 – Ventesimo piazzamento tra i primi dieci di una grande corsa a tappe in carriera. Non avrà certamente l’esplosività di un paio di stagioni fa, ma l’embatido non ha alcuna intenzione di mollare. Coriaceo.

Vlasov 7 – Se togliamo i minuti persi nella prima tappa, lo troveremmo in linea con un piazzamento intorno alla quinta posizione. Il giovane russo è una certezza, una realtà. Sull’Angliru si piega solo a Carthy. Farà parlare tanto (e bene) di se. Determinato.

Cattaneo 6,5 – Tiene alto l’onore dell’Italia. Una Vuelta dove ha voluto esser protagonista ogni volta che ha potuto. E’ andato in fuga, ha tenuto duro in salita ed ha confermato la sua propensione per le corse contro il tempo. Un piazzamento nei “venti” che premia le sue fatiche e salva la faccia ad una nazione, la nostra, che rischiava di non toccare mai palla in un GT. Combattente.

Froome 5 – Si apprezza lo sforzo e la voglia di metterci la faccia in un periodo critico della sua carriera. Si spera possa essere il punto di partenza per costruirci sopra una preparazione che possa riportarlo ai suoi livelli. Prova a dare una mano a Carapaz, ma le sue frullate non sono apparse neppure all’altezza di fare selezione. Mai nei primi cinquanta di tappa. Triste.

Chaves 4,5 – Un inizio incoraggiante che ci faceva sperare di vederlo di nuovo pronto a battagliare per le posizioni importanti della Generale. Invece arranca sull’Alto de la Farrapona e sparisce sull’Angliru. E dalle posizioni che contano. Desolato.

Formolo 3 – Ci si aspettava di più dall’ex campione italiano: mai nel vivo della corsa. Anonimo. Lascia il gruppo poche ore prima della partenza dell’ultima frazione per ritornare in Italia ad assistere la moglie in attesa del loro primo genito. Auguri!

Di Redazione

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