Richard Carapaz è il degno vincitore del 102° Giro d’Italia, al culmine di una fantastica cavalcata in maglia rosa che lo ha incoronato campione, dopo il quarto posto dello scorso anno che lo aveva rivelato. La cronometro finale è stata appannaggio dello statunitense Chad Haga, anche per lui lacrime di felicità per un successo insperato dopo il terribile incidente del gennaio 2016, nel quale rischiò la vita. Sul podio finale anche Vincenzo Nibali e Primoz Roglic che, come previsto, ha superato Mikel Landa.
Cronaca – L’ultima fatica della corsa rosa coincide con la terza prova contro il tempo di questa edizione. Nell’incomparabile scenario dell’arena di Verona (dove Francesco Moser conquistò in extremis il Giro del 1984 sul compianto Laurent Fignon) si conclude il Giro 2019. Carapaz deve difendere un tesoretto di 1’54” dal rivale più ostico, Vincenzo Nibali; mentre il compagno di squadra dell’ecuadoregno, Mikel Landa, ha solamente 23” su Primoz Roglic.

La sorpresa Haga – Il successo di tappa arride all’americano Chad Haga, con una storia di grande sfortuna alle spalle: il terribile incidente patito assieme ai compagni di squadra (tra cui John Degenkolb) nel gennaio di tre anni fa, quando furono travolti da un auto che ne mise a rischio la vita. L’americano, classe 1988, ha saputo risorgere, come tanti nella straordinaria storia del ciclismo, e riprendere a correre e trovare oggi una giornata eccezionale, che gli ha regalato il primo successo dopo l’incidente. A lungo nella postazione che spetta a chi ha realizzato il miglior tempo, il portacolori del Team Sunweb (lo stesso di Tom Dumoulin, ritiratosi troppo presto per i postumi di una caduta), non ha trattenuto le lacrime quando anche il favorito Roglic è terminato alle sue spalle.
Nibali il migliore tra gli uomini di classifica – Il siciliano si conferma uomo di fondo e riesce a fare meglio addirittura dello specialista Roglic (per 3”), che si consola con il ritorno sul podio alle spese di un ottimo Landa.
Successo storico per l’Ecuador – Per Richard Carapaz un trionfo con gli applausi scroscianti dei suoi connazionali, presenti in massa nell’arena. Appena sceso di bici, in un tripudio di bandiere gialle ecuadoregne, Carapaz si lascia andare ad un pianto liberatorio che lo conferma uomo da Giro, dopo il quarto posto del 2018 che lo aveva rivelato tra i migliori. Nibali rimane sempre il miglior uomo del nostro movimento, con un secondo posto (a 1’05”) pesante (è il sesto podio in carriera al Giro, l’undicesimo in totale nei GT), anche se il sogno di diventare il più vecchio vincitore del Giro è svanito. Roglic conquista il primo podio in un GT (dopo il quarto posto al Tour 2018): con una squadra più forte poteva aspirare a qualcosa di più. Si ferma ai piedi del podio Landa, comunque uomo importantissimo per il successo del compagno di squadra Carapaz. La Movistar di Eusebio Unzue torna a conquistare così il Giro dopo la vittoria nel 2014 di Nairo Quintana.