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Sonny Colbrelli non è un tipo che si arrende, per conferma guardare le immagni della Parigi Roubaix 2021. Come altri suoi colleghi, anche lui ha imparato a rialzarsi dopo le cadute, a risollevarsi dopo gli infortuni, a uscire fuori a testa alta dai momenti più difficili. La capacità di non mollare è nel DNA di un ciclista. Ma per Sonny è il momento di dire addio al ciclismo agonisitco. Il ciclista di Desenzano del Garda spiega le motivazioni in una lettera aperta.

Non avrei mai immaginato di trovarmi adesso a fronteggiare questi momenti. Ma è la vita. Ho rischiato di perderla e mi ha dato una seconda possibilità. Io credo in Dio e non posso prendermi quel rischio, lo devo alla mia famiglia, ad Adelina, a Vittoria e Tomaso, ai miei genitori. I figli guardano la mia foto della Roubaix, tutto coperto di fango, e per loro sono come un supereroe.
Sì, ho pensato di togliere il defibrillatore per poter provare a tornare a correre. Ma sarebbe stato un rischio troppo grande. Ho sempre sperato di tornare a fare il corridore, abbiamo parlato con il medico del calciatore Eriksen, che è tornato a giocare. Ma il calcio non è il ciclismo, si gioca in uno spazio in cui in caso di emergenza ci sono i medici che intervengono. Il ciclismo si corre sulle strade, ti trovi spesso da solo per ore. Quel defibrillatore è un salvavita per me. Dico addio al ciclismo con il sorriso per tutte le cose belle che mi ha dato, anche se mi fa molto male lasciare dopo una stagione come quella. Ringrazio la mia squadra Bahrain Victorious che è stata come una famiglia: adesso potrò essere un punto di riferimento per il team“.

Di Redazione

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