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Bel successo del talentuoso Marc Hirschi che, dopo un Tour corso a tutta e il podio iridato di tre giorni fa (3°), conquista con autorità la prima classica ardennese.

Nessun vincitore al via – La Freccia Vallone apre in questo autunno la singolare campagna delle classiche del Nord 2020. Singolare pure il fatto che al via non ci sia nessun vincitore di questa corsa. In particolare, significative le assenze del campione del mondo Julian Alaphilippe, dominatore a Huy nelle ultime due edizioni, e di Alejandro Valverde, Monsieur Flèche Wallonne, che qui ha vinto addirittura 5 volte polverizzando tutti i record. La gara è caratterizzata da una fuga che muove i primi passi subito dopo la partenza. L’ultimo irriducibile superstite è il giovanissimo Mauri Vansevenant (appena 21 anni) della corazzata Deceuninck, che oggi corre senza nessuno dei suoi tanti leader. Il belga lavora di spalle, ma ha ancora birra in corpo e approccia la penultima salita in programma, quando dal gruppo esce il veterano Rigoberto Uran. Il colombiano transita in vetta con 15″ di ritardo, il gruppo è ad una trentina di secondi. In discesa, Vansevenant finisce a terra, ma si sa i ciclisti hanno sette vite come i gatti, si rialza prontamente e riprende. Uran lo bracca e lo raggiunge ai -3,2. Il gruppo, però, è vicinissimo. Ancora una volta, il Muro di Huy sarà il giudice inappellabile di questa nobile classica.

Bagioli illude, Woods scatta, Pogacar si spegne, Hirschi si accende! – Uran e Vansevenant vengono riassorbiti ai -1,5. Il muro inizia e il gruppo si strappa e si allunga. Fa ben sperare il nostro Andrea Bagioli (21 anni ed esordiente in questa prova), che approccia il muro in seconda posizione, a ruota dell’esperto compagno di squadra Devenyns. La strada si inasprisce, il gruppo si assottiglia ed è Richie Porte a forzare, con a ruota Hirschi. Ultimi 200 metri: allungo perentorio Mike Woods! Il canadese cerca di fare la differenza, ma viene saltato da Marc Hirschi, che si invola verso il trionfo. Piazza d’onore per Benoit Cosnefroy (altro giovane interessante di nemmeno 25 anni), poi Woods, quindi l’ex campione di Francia Warren Barguil. Al quinto e al sesto posto due abbonati ai piazzamenti in questa classica: Daniel Martin e Michal Kwiatkowski. Solo 8° Porte (a 5″) e 9° Pogacar, per una volta deludente, ma assolutamente giustificato dopo il sensazionale trionfo al Tour de France e il dispendioso mondiale di Imola in cui è stato a lungo all’attacco.

L’ascesa di Hirschi – Ormai l’elvetico è una grande realtà. Appena due anni fa vinceva, sul durissimo tracciato di Innsbruck, il campionto del mondo U-23 a soli 20 anni (dopo aver vinto il campionato europeo). Passato pro’ nel 2019 nelle file della Sunweb si mette in luce in alcune gare e conquista un ottimo terzo posto alla Clasica San Sebastian. Quest’anno l’esplosione. Un Tour all’attacco, con uno splendido successo di tappa (il primo da professionista) e sul podio di Parigi come super combattivo. Domenica la medaglia di bronzo iridata a Imola, quindi la grande conferma oggi.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.