di Ettore Ferrari

L’intramontabile Alejandro Valverde è stato il grande protagonista della settima tappa della Vuelta ma, alla fine, ha raccolto solo un terzo posto, beffato dal canadese Michael Woods, che con un’azione da finisseur ha anticpiato il piccolo drappello che ha caratterizzato la frazione odierna. Richard Carapaz conserva la maglia rossa.

Cronaca – Dopo la prima giornata di riposo (tutti negativi i test al Covid-19), la massima corsa a tappe iberica riprende con una frazione impegnativa nei Paesi Baschi, il cui piatto forte è la doppia scalata al Puerto de Orduna (7,8 km al 7,7%). Sono 159,7 i chilometri in programma da Vitoria a Villanueva de Valdegovia. Avvio veloce, si forma un gruppo di 14, poi allargato addirittura a 36 con la Ineos dietro che perde il filo del discorso. Nel folto gruppo di testa, troviamo Kuss e Bennett, scudieri di Roglic, e anche Alejandro Valverde, che punta decisamente al successo di una tappa. L’ex iridato è anche il meglio piazzato nella Generale (10° a 3′). La Ineos-Grenadiers cerca di ricucire, ma il distacco aumenta e ai -60 sfiora i due minuti e mezzo.

Valverde in grande spolvero – Il campione del mondo di Innsbruck 2018 allunga deciso ai -55 con i semisconosciuti Dorian Godon e Stan Dewulf. Il gruppo però riprende i tre battistrada nel tratto che precede la seconda scalata al Puerto de Orduna. Sull’impegnativa salita il migliore è stato Michael Woods, che ha attaccato e si è isolato al comando. Reazione veemente nell’ultimo tratto con un quartetto formato da Nans Peters, Omar Fraile, Guillaume Martin e dall’eterno Valverde. In cima il vantaggio di Woods era di pochissimi secondi sui quattro. A quel punto mancavano poco più di 19 km al termine, quasi tutti in discesa. Il canadese della EF viene ripreso e il quintetto si gioca il successo.

Woods trova il jolly a 1400 metri dall’arrivo – Valverde sente profumo di vittoria. Il grande campione spagnolo manca il successo dal 30 agosto 2019 (424 giorni), giorno in cui vinse la settima tappa della Vuelta in maglia iridata. Il piglio e la classe sono quelli che hanno caratterizzato una carriera infinita, che gli ha consentito di costruire un palmarès fantastico. Ma c’è sempre un ma… il murciano ha 40 anni e mezzo… Prova ad andarsene ai -6, ma gli avversari, giustamente, non gli concedono nulla. Attacca Peters (che ha già vinto 1 tappa al Giro 2019 e 1 al Tour 2020), poi Fraile, niente da fare. Il jolly lo trova Woods che scatta a -1,4. Il canadese guadagna un buon margine, e resiste al ritrono di Fraile e di Valverde, che si devono accontentare dei posti più bassi del podio di giornata. Il primo gruppo inseguitore giunge a soli 13″; il gruppo Carapaz a 56″. L’errore di Valverde è stato quello di cercare di strafare: l’attacco ai -55 e il nuovo assolo nel finale, gli hanno fatto perdere energie preziose, che gli sono mancate nel momento dell’attacco di Woods.

Domani ancora tappa difficile e arrivo in salita sull’Alto de Moncalvillo.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.