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di Ettore Ferrari

Stephen Roche – l’uomo che con una favolosa annata entrò prepotentemente nella storia del pedale – è nato il 28 novembre 1959.

La sua carriera si può sintetizzare in quella mirabolante stagione 1987 che gli permise di eguagliare la fantastica tripletta di Eddy Merckx nel 1974, uno abituato ai record e alle imprese plurime.

1987: inizio buono (beffa di Liegi compresa…) – Roche, dopo una stagione opaca (per i postumi di un infortunio) nella Carrera di Boifava, si presenta in forma sin da febbraio vincendo la Vuelta Valenciana. Poi, fu grande protagonista alla Parigi-Nizza, dove solo nell’ultima giornata perse un successo ormai sicuro. A vincere fu, per la sesta volta consecutiva (!), il suo grande rivale e connazionale Sean Kelly. Roche comunque era tornato a buoni livelli. Quei livelli per cui la Carrera lo aveva preso a fine ’85 dopo un grande Tour, concluso sul podio alle spalle della coppia imbattibile Hinault-Lemond. Nelle classiche ardennesi Roche è grande protagonista assieme all’idolo di casa Claude Criquielion. Sono nettamente i più forti in salita, ma rimangono entrambi a bocca asciutta… Alla Freccia Vallone Criquielion 2° e Roche 4°, poi alla Liegi si consuma l’incredibile beffa per i due, che si fermano letteralmente nell’ultimo chilometro e vengono infilzati in dirittura d’arrivo dal ritorno dell’iridato Moreno Argentin. Un secondo posto amarissimo per Roche, che digerisce presto la sconfitta andando a vincere per la terza volta (con due successi parziali) il Giro di Romandia per rifinire la condizione per il Giro d’Italia.

Giro d’Italia, la lotta intestina Visentini-Roche – Nella corsa rosa Roberto Visentini (vincitore nell’86) e Roche sono favoriti. L’irlandese vince l’originalissima cronodiscesa del Poggio, dopo che l’italiano aveva vinto il prologo. Al termine della cronosquadre di Lido di Camaiore, Roche è in maglia rosa e ci rimane per ben 10 giorni. Poi, nell’impegnativa crono di San Marino, Visentini domina la scena e torna in testa alla generale. Il bresciano è sicuro di farcela, si sente forte e invece nell’ormai famosa tappa con arrivo a Sappada si consuma una delle più controverse e incredibili storie del Giro e del ciclismo in generale. Roche va in fuga, gli viene intimato di fermarsi. In seno alla squadra coesistono due anime: quella italiana e quella straniera, che fa capo a Roche, con il meccanico Valcke e il gregario Schepers. Sta di fatto che a Visentini saltano letteralmente i nervi (non è la prima volta…) e crolla giungendo al traguardo in grave ritardo e perdendo il primato a favore proprio di Roche. Il dopocorsa è infuocato, Visentini non perdona (neanche tuttora dopo oltre trent’anni) il tradimento del compagno di squadra. Roche prosegue per la sua strada e vince il Giro apponendo il suo sigillo nella cronometro finale di Saint Vincent.

Il Tour dopo il drammatico giorno di La Plagne – Non mancano le emozioni neppure alla Grande Boucle ’87. Roche stanco dopo il logorante Giro? Neanche per sogno. L’irlandese vince la maxi crono di Futuroscope (87,5 km! E oggi ci si lamenta per una crono di 30 km…), ma è l’ultima settimana ad infiammare la platea. Dopo il successo di Bernard sul Ventoux, Roche si veste di giallo a Villard-de-Lans dove si impone Delgado, ma il giorno dopo è costretto a cedere proprio allo spagnolo scatenato in salita. Ma è nella tappa con arrivo a La Plagne (successo di un redivivo Fignon) che si consuma il quasi dramma di Roche. Delgado in maglia gialla attacca furente per guadagnare terreno, Roche perde contatto, ma nell’ultimo km si produce in uno sforzo pazzesco in apnea riuscendo quasi a riprendere Delgado! Cade a terra sfinito, è necessario l’ossigeno e per poco non ci lascia le penne. Recupera e il giorno dopo riesce pure ad attaccare in discesa! Il distacco da Delgado è risicato e nella cronometro del penultimo giorno a Digione ribalta tutto e torna in giallo. Parigi lo incorona grande vincitore, davanti ad un altrettanto grande Pedro Delgado.

Giro-Tour-Mondiale!!! – Villach (Austria) è il palcoscenico iridato. Roche è sempre davanti, rintuzza attacchi, tutto in funzione di Kelly, cui manca la maglia di campione del mondo. Ultimo km, davanti sono in cinque. Un giovanissimo Rolf Sorensen è il più generoso in testa, Roche è in ultima posizione. Il gruppetto inseguitore con Kelly e Argentin è vicinissimo. Strada che sale, Roche parte sulla sinistra incuneandosi in un varco tra le transenne e Sorensen. Guadagna subito e con i denti resiste all’incredibile ritorno di Argentin. Roche è campione del mondo! Incredibile tris fenomenale consegnato alla storia.

Il declino e lo stop a 33 anni – A fine anno Roche lascia la Carrera direzione Fagor. Nuovi guai al ginocchio lo tengono lontano per tutta la stagione. Non è più lui. Nell’ 89, 90 e 91qualche vittoria in brevi corse a tappe, poi il ritorno alla Carrera (1992-93) in appoggio a Chiappucci e l’ultima vittoria in una tappa al Tour ’92.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.