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di Giuseppe Girolamo

Nel 2012 a Limburgo il Kazakistan festeggiava il suo primo titolo mondiale con Alexey Lutsenko, vincitore della categoria Under 23. A Wollongong il bis del paese asiatico con Yevgeniy Fedorov.

Risolutivo l’attacco nelle fasi finali – Fedorov si avvantaggiava con il Mathias Vacek. Il duo di testa procedeva di comune accordo, mentre dietro il primo gruppo inseguitore (composto da una quindicina di unità) non riusciva a trovare le contromisure per annullare lo svantaggio. Sul rettilineo conclusivo era Fedorov a guidare il tandem al comando. Vacek in seconda posizione cerca ai 200 metri finali di superare sulla destra l’avversario, ma Fedorov ha energie ancora da spendere e contrasta in maniera efficace il ritorno del ciclista ceco. Vacek cede e Fedorov vince nettamente. Terzo gradino del podio per Soren Waerenskjold. Il norvegese vince la volata dei battuti (giunti col ritardo di 3″) e si porta a casa la seconda medaglia di questa edizione dei Mondiali, dopo l’oro conquistato nella prova a cronometro.

Azzurro sbiadito – Male la Nazionale italiana, mai protagonista, tranne in rari e brevi tratti di corsa. Alla fine il primo al traguardo è stato Nicolò Buratti: 23esimo a 58″. Eravamo i campioni in carica, visto il doppio alloro di Samuele Battistella nel 2019 e Filippo Baroncini nel 2021. Triplicare a questi successi era pronostico azzardato, ma dai ragazzi del commissario tecnico Marino Amadori (l’unico a essere stato riconfermato dalla nuova struttura federale) ci si aspettava una prova almeno sufficiente. Questa non c’è stata. Deludente la prova su strada e poco soddisfacente il decimo posto di Lorenzo Milesi nella crono. Gli Under 23 ritornano da Wollongong con le ossa rotte. Adesso a bocce ferme ci sarà da analizzare e cercare di venire a capo dei tanti problemi del movimento. Mancano gli investimenti sul territorio e il ciclismo non traina abbastanza, soprattutto a livello giovanile. Le soluzioni ci sono, basta metterle in pratica in maniera seria e programmata.

Di Giuseppe Girolamo

Sono siciliano, anche se sono nato (per puro caso) a Torino il 28 giugno 1973. Perchè scrivo di ciclismo? Perchè da corridore ero troppo scarso! Addetto stampa e organizzatore di eventi sportivi e culturali. Per info: giuseppegirolamo@gmail.com

25 pensiero su “Fedorov riporta l’iride in Kazakistan e l’Italia esce con le ossa rotte”
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