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di Ettore Ferrari

L’ultima salita del Giro n. 105 mette le ali a Jai Hindley, che stacca Carapaz e vola a prendersi la rosa che domani, salvo imprevisti, sarà sua definitivamente. Grande impresa di Alessandro Covi che, scattato sul Pordoi, ha proseguito in solitaria portando a termine una grande azione che gli ha permesso di conquistare il successo più importante della sua ancor breve carriera.

La resa dei conti – L’ultima sfida con Carapaz che ha la maglia rosa, e con uno scalpitante Hindley sostanzialmente appaiato (soli 3″ di ritardo dopo 3.000 km) per una giornata che si annuncia durissima con Pordoi e, soprattutto, Marmolada (Passo Fedaia). Si inizia da Belluno con il Passo Valles per riscaldare i motori, prima delle ultime due mitiche asperità.

Fuga di 15 con l’immancabile Van der Poel – La fuga parte molto presto ci sono: Van der Poel, Formolo, Covi, Vendrame, Novak, Kamna, Zardini, Leemreize, Oomen, Moniquet, Pedrero, Ballerini, Vansevenant, Arensman e Ciccone. Tra questi, troviamo tre vincitori di tappa in questo Giro: Van der Poel, Kamna e Ciccone.

Il Pordoi esalta Covi – Sul leggendario colle dolomitico (quest’anno Cima Coppi con i suoi 2.236 metri) dal drappello al comando si invola Alessandro Covi. Il 23enne compagno di squadra e coetaneo di Pogacar (lo sloveno è nato il 21 settembre 1998, Alessandro sette giorni dopo) parte deciso e si nota subito che ha una marcia in più rispetto ai compagni d’avventura. In gruppo, sterile supremazia della Bahrain-Victorious con Wout Poels a scandire il ritmo, ma sempre con un distacco di quasi 6′.

Covi resiste alla rimonta di Novak – Dopo la lunga discesa, giù dal Pordoi, in cui Covi aumenta il margine sugli ex compagni di fuga, ecco il terribile Passo Fedaia, ultima salita che chiama i favoriti alla sfida definitiva. Domen Novak lascia la compagnia del primo gruppetto inseguitore e si lancia all’inseguimento del corridore italiano. Dietro, intanto la Bahrain passa il testimone alla Ineos. Uno straordinario Pavel Sivakov con Carapaz in posizione di sparo, ma Hindley lo segue come un’ombra, mentre dal viso di Landa s’intravede una certa difficoltà.

Kamna pilota Hindley e poi via! Carapaz non ce la fa – Il gruppo maglia rosa riprende quasi tutti i protagonisti della fuga, uno è Lennard Kamna, che si mette subito a tirare per il proprio capitano. Sivakov ha già mollato, mentre Kamna sfodera una progressione che taglia letteralmente le gambe a Carapaz che si stacca non appena il tedesco si sposta per lasciare spazio a Hindley. L’australiano è solo! Carapaz si accartoccia sulla bici tradendo fatica e delusione per un Giro che gli sfugge metro dopo metro sempre di più.

Quarta vittoria italiana in questo Giro – Apoteosi per Alessandro Covi, che si prende giustamente la scena regalando all’Italia il quarto successo parziale in questo Giro dopo Dainese, Oldani e Ciccone. Novak non riesce a completare la rimonta e chiude in seconda posizione a 32″, pochi metri dopo Giulio Ciccone completa il podio di giornata; arrivano esausti anche Pedrero e Arensman. Poi, si aspetta Hindley che si alza sui pedali solo negli ultimi metri per andarsi a prendere il rosa che vale il trionfo finale. Carapaz è in crisi e viene superato pure da Landa. Alla fine il basco perde 51″ da Hindley, mentre il vincitore del Giro 2019 paga un dazio salatissimo: 1’28” e addio al sogno di ripetere l’exploit di tre anni fa.

Verona attende Hindley che si riprende il Giro perso nel 2020 – Domani crono finale di 17 km. Jai Hindley è saldamente in rosa (a differenza di due anni fa, quando patì la rimonta di Geoghan Hart proprio nell’ultima tappa, sempre contro il tempo), con 1’25” su Carapaz e 1’51” su Landa. Significativo quarto posto per Vincenzo Nibali a 7’57”, con Pello Bilbao 5° a 8’55”.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.