dumoulin_cyclingtime

Nelle ultime settimane si sono susseguiti i programmi delle squadre per l’imminente stagione. E il Giro d’Italia è risultato essere l’appuntamento preferito dalla maggior parte degli assi del panorama mondiale.

Giro-Tour per Nibali – Il primo a sciogliere i dubbi è stato Vincenzo Nibali, il campione più rappresentativo del firmamento nazionale. Il messinese, vincitore della corsa rosa nel 2013 e 2016, punta decisamente al tris e all’accoppiata con il Tour de France. Per il capitano della Bahrain-Merida (34 anni compiuti) è l’ultima chance di realizzare la storica doppietta (ultimo Marco Pantani esattamente vent’anni fa), dopo essere già entrato nel ristretto novero dei nomi capaci di vincere tutti e tre i GT. Nibali ha, comunque, precisato che il primo obiettivo è il Giro.

S. Yates, un lavoro da finire… – Il Giro 2018 ha prepotentemente lanciato in orbita Simon Yates, che ha dominato la scena per 2/3 di gara, per poi crollare verticalmente negli ultimissimi giorni. il britannico già sull’Etna ha dato spettacolo (lasciando la vittoria al compagno di squadra Esteban Chaves) vestendosi di rosa; una maglia rosa che è diventata giorno dopo giorno, tappa dopo tappa sempre più splendente, marcata dai convincenti successi di Campo Imperatore (Gran Sasso), Osimo e Sappada. Tre tappe vinte in maglia rosa! Non succedeva dai tempi di Eddy Merckx… Poi la crisi profonda nel giorno dell’epica impresa di Chris Froome che, di fatto, si è preso il successo finale dopo avere sofferto l’ascesa del giovane connazionale. Ma Yates ha fatto tesoro di questa cocente sconfitta, riscattandosi a settembre vincendo la Vuelta, con una condotta di gara autorevole ma meno spavalda. Il Giro e i 13 giorni in maglia rosa gli sono rimasti nel cuore, così ha deciso di provarci nuovamente nel 2019 per portare a termine un’incompiuta.

I colombiani cerchiano il rosa – Un altro grande protagonista dell’ultima edizione torna subito: Miguel Angel Lopez. Il portacolori dell’Astana, 3° e maglia bianca quest’anno (all’esordio) ha confermato di essere ormai uno dei volti più autorevoli dei GT ottenendo la terza moneta anche alla Vuelta. A spalleggiare “superman” ci sarà una formazione agguerrita con i migliori scudieri del sodalizio kazako. L’altro asso del ciclismo sudamericano è Egan Bernal, talento precocissimo (classe 1997!), che ha corso col piglio di un navigato luogotenente per Froome e Thomas il Tour 2018. Vittorioso in diverse competizioni, protagonista anche al Lombardia, dotato di classe cristallina, il gioiello della SKY all’esordio nella corsa rosa andrà subito a caccia del bersaglio pieno.

Landa-Valverde – Torna sulle strade italiane Mikel Landa, 3° nel 2015 e re degli scalatori nel 2017. Il basco, ha da poco compiuto 29 anni, e dopo avere riscaldato le zuppe a vari capitani, prima all’Astana, poi in SKY e, infine, alla Movistar, vuole finalmente i gradi da capitano per aspirare al successo in un GT. Con lui ci sarà Alejandro Valverde, il fuoriclasse eterno che sfoggerà la maglia iridata conquistata nel durissimo circuito di Innsbruck. Un problema per Landa? Pensiamo di no, Valverde ha concluso l’ennesima stagione a livelli di eccellenza coronando con il mondiale una carriera fantastica, ma gli anni passano e, sinceramente, sarà difficile per lui puntare alla classifica a 39 anni suonati. Più sicuro che si concentri sui successi parziali. La sua presenza comunque nobiliterà la competizione italiana, dove ha già brillato nell’unica volta che l’ha disputata (3° con un successo parziale nel 2016, esordiente a 36 anni!)

Attenzione a Roglic – Un cliente pericoloso per tutti sarà lo sloveno della Lotto NL-Jumbo (che diventerà Jumbo-Visma a gennaio), che quest’anno, dopo aver vinto Paesi Baschi, Romandia e Slovenia si è fermato ai piedi del podio (4°) al Tour de France, dimostrando un piglio autoritario. Forte cronoman, ma non solo visti i progressi in salita punta decisamente al podio del Giro, dopo aver vinto una cronometro nel 2016.

Dumoulin sempre più il Giro nel cuore – Per il quarto anno consecutivo il prode olandese torna sulle strade del Giro. Primo orange a salire sul gradino più alto (2017) si è confermato nel 2018 a livelli altissimi giungendo secondo, battuto dal solo Chris Froome. Il secondo posto al Tour ha arricchito il suo curriculum, e rafforzato la consapevolezza di essere uno dei migliori nei GT. Analizzato l percorso non ha avuto tentennamenti, la strada per la sua ascesa passa dal Giro.

Del lotto dei partecipanti dovrebbe far parte anche Fabio Aru, respinto quest’anno, ma grande protagonista nel 2014 (3°) e nel 2015 (2°). Dei migliori nei GT, mancano solamente Chris Froome (vincitore uscente), Geraint Thomas, Nairo Quintana e i francesi Thibaut Pinot (che ama più il Giro che il Tour…) e Romain Bardet. Le premesse per una sfida destinata a rimanere nella storia, dunque, ci sono tutte.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.