di Ettore Ferrari
Che sia un predestinato lo sanno tutti, da quando è passato pro’ a soli 19 anni! Ma che al primo anno, al primo assalto (che nelle intenzioni del team doveva essere solo un “assaggio”) riuscisse addirittura a salire sul podio della Vuelta, allora si può definire un autentico miracolo sportivo. Ci riferiamo, ovviamente, a Juan Ayuso, ultimo talento a sbocciare in verdissima età. Lo spagnolo della UAE Emirates è riuscito a cogliere un terzo posto al termine delle tre settimane, in cui ha dimostrato assoluta maturità, classe e costanza di rendimento. Al momento di salire sul podio di Madrid, lo scorso 11 settembre, aveva appena 19 anni a 360 giorni! 20 anni li ha compiuti solo ieri.
Il più giovane sul podio della Vuelta – Nessuno nelle precedenti 76 edizioni era riuscito a realizzare una simile impresa, se si allarga l’analisi a tutti e tre i GT, solo Henri Cornet, nella preistoria del ciclismo seppe fare meglio vincendo il Tour del 1904 a 19 anni e 352 giorni. C’è da dire che Cornet vinse in maniera discutibile, in quanto i primi quattro furono squalificati…
Ayuso ha realizzato davvero un’impresa eccezionale, visto che comunque è il più giovane a salire sul podio di un GT negli ultimi 118 anni!
Impressionante la tenuta – Ma al di là del risultato (di valore assoluto), c’è da sottolineare la prestazione dello spagnolo. Ha corso con la testa di un veterano. In alcune salite, non tenendo le ruote dei migliori, si è staccato, salvo poi rientrare con dei recuperi prodigiosi. In alcuni frangenti, è parso di rivedere Alberto Contador. Il paragone con il fuoriclasse madrileno può sembrare eccessivo, ma il fisico longilineo e il modo di scattare in salita ci hanno fatto ricordare le gesta del grande Alberto. Proprio Contador divenuto commentatore (molto bravo davvero), a fine Vuelta ha intervistato Ayuso e lo ha abbracciato quasi a volerne decretare la successione. Vedremo. Certo che in casa UAE, dopo i prodigi di Tadej Pogacar, la regolarità di Joao Almeida, si è presentato un nuovo asso per le corse a tappe.

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971.
In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo “nessun capello fuori posto“.
Sono la “Memoria storica” del ciclismo.