di Ettore Ferrari

Oggi compie 78 anni (portati magnificamente) Eddy Merckx.

Di lui si è scritto e detto tutto. Qui, non ci soffermeremo sul suo infinito ed ineguagliabile palmarès che lo rendono, a 45 anni dal suo ritiro, il più grande ciclista di tutti i tempi. Eloquenti le parole di Noel Vanthyghem, sconosciuto carneade che si aggiudicò la Parigi-Tours 1972: “Con Eddy formiamo una coppia perfetta: io ho vinto solo la Parigi-Tours, lui tutto il resto…”

La voracità elemento peculiare – Merckx è stato un atleta straordinario non solo per i successi (445 da professionista, di gran lunga il più vincente della storia), ma soprattutto per l’approccio alle corse: poteva essere una tappa di un GT, una classica o un circuito, il belga voleva sempre e solo vincere! Fortissimo ovunque, aveva un’innata e spiccata capacità di andare sempre oltre. Sorretto da un fisico eccezionale, aveva un incredibile forza mentale. Ovviamente, quello che per gli altri era impossibile, per lui era “normale”, anche se gli allenamenti e lo stile vita seguiti per oltre un decennio hanno contribuito a rendere tutto apparentemente facile: “Chi crede che io sia arrivato facilmente alle vittorie, non sa quanta sofferenza mi siano costate”.

L’Italia nel cuore – Gran parte della carriera del fuoriclasse fiammingo si è sviluppata al servizio di formazioni del Belpaese: Faema (1968-69), Faemino (’70) e Molteni (1971-76). L’Italia è stata la sua seconda patria e lui da gran signore qual è sempre stato ha dichiarato: “L’Italia mi ha fatto grande come campione dei Giri: qui ho imparato a mangiare, a farmi curare, massaggiare, a distribuire le fatiche nell’arco delle tre settimane”. È stato soprattutto merito di Vittorio Adorni, che nella sua prima stagione in Italia, lo mise sotto la sua ala protettiva, e gli diede non pochi consigli. In Italia, Eddy ha avuto il suo rivale più ostico, irriducibile e leale, Felice Gimondi. Il campione bergamasco (scomparso nel 2019), a detta dello stesso Merckx, è stato l’avversario principe della sua parabola agonistica. Auguri cannibale!  

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.